2012-12-29 15:39:39

Un bilancio geopolitico del 2012 con il giornalista Antonio Ferrari


La drammatica esasperazione del conflitto in Siria, i primi bilanci delle cosiddette "primavere arabe", ma anche lo scoppio di nuovi conflitti in Africa e le tensioni economico-sociali in Europa. C’è stato tutto questo nell’anno che si sta per chiudere. Per un bilancio e un’analisi dei principali fatti internazionali del 2012, Fausta Speranza ha intervistato l’editorialista del Corriere della Sera, Antonio Ferrari:RealAudioMP3

R. - Io credo che dal punto di vista geopolitico ci sia un cambio complessivo di strategia che coinvolge le grandi potenze che non sono soltanto, come nel passato, gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica. Oggi è una potenza la Russia che non ha più il regime sovietico, la Cina che ha un regime comunista-capitalista, l’India che sta crescendo a dismisura, la Turchia che è diventata potente nel Mediterraneo ed oggi è il vero punto di riferimento dell’Islam moderato.

D. - Parliamo in particolare di Medio Oriente e dei contraccolpi che nel 2012 abbiamo registrato dopo lo scoppio, nel 2011, delle cosiddette primavere arabe

R. - Il 2012 ci ha fatto vedere che l’incasso politico nei Paesi delle "primavere arabe" non è stato dei giovani, ma è stato assolutamente dei movimenti come la Fratellanza musulmana che non erano comparsi sulle piazze, ma che poi in fondo sono arrivati all’incasso. Della Siria dobbiamo dire che è sempre un Paese arabo, ma è anche l’ultimo satellite rimasto della Russia ex Unione Sovietica alla periferia delle grandi ricchezze del Golfo e delle grandi ricchezze petrolifere. Il petrolio sarà un problema e lo sarà molto presto, più per noi europei perché gli americani lo stanno trovando, i russi ce l’hanno. Credo che la crisi siriana si potrà risolvere soltanto quando la Russia avrà accettato di sedersi al tavolo con gli altri, insieme alla Cina, per cercare - se possibile - di dividere le aree strategiche. Se non sarà possibile, purtroppo, considerando quanto è successo nel 2012, temo qualche sviluppo da far tremare le vene ai polsi.

D. - Intanto, in Africa abbiamo visto riprendere conflitti, dinamiche di guerriglia …

R. - Anche in Africa si stanno creando delle condizioni particolari. Questa esplosione di “violenza a macchia” in vari Paesi africani sta portando ad una trasformazione che ha degli effetti anche sulla politica. La trasformazione è questa: come attori, ci sono appunto potenze che hanno cercato di penetrare questi Paesi in maniera molto cinica, portando così un’esplosione anche di consumismo; mi riferisco alla Cina, che ha trovato nei Paesi africani un mercato sicuro dove piazzare i suoi prodotti. Penso alla Turchia, che sta facendo un’operazione di penetrazione nel Continente africano. E pensiamo anche alla Francia - oggi perdente - che comunque aveva tentato di contenere l’avanzata cino-turca all’interno del continente africano. Ecco quindi che alcuni squilibri hanno portato ad una crescita di nazionalismi; anche la religione con un certo islamismo ha giocato la sua partita all’interno dell’Africa.

D. - Guardiamo anche all’Europa nella quale si è parlato soprattutto di crisi economico- finanziaria, di possibili conflitti sociali, dove in particolare ad Est ma non solo si va verso forme politiche di estremismo. In ogni caso, in tutta l’area prevale un senso di incertezza e di paura del futuro. Che dire nel quadro mondiale?

R. - Che ci siano meno soldi e meno cooperazione è un dato di fatto. Ci saranno sempre alcuni ricchi - la forbice come sappiamo si è allargata - ma dal punto di vista generale, soprattutto per quanto riguarda gli Stati, ci sono meno soldi, ci sono meno possibilità di uno sviluppo di crescita, almeno visibile all’orizzonte. E purtroppo, quando ci sono questi problemi, e quando questi hanno un effetto immediato nella vita della gente, è più facile che si creino questi movimenti estremisti o xenofobi o comunque fortemente populisti. Penso alla Grecia con Alba Dorata, ma anche all’Italia dove magari mascherati da antipolitica o dal rifiuto della politica tradizionale ci sono forze che puntano al “ventre” della gente e che cercano di aizzare gli istinti peggiori.







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