Santi Innocenti Martiri. Scienza e Vita: nel mondo milioni di embrioni "congelati"
La Chiesa ha ricordato ieri i Santi Innocenti Martiri, i bambini fatti uccidere dal
re Erode allo scopo di eliminare Gesù, della cui nascita era stato informato dai magi
che cercavano “il re dei Giudei”. Sono innumerevoli le violenze che nel mondo si compiono
sui minori: abusi sessuali, sfruttamento nelle guerre, nel lavoro, uccisioni per il
trapianto di organi. Nel Messaggio per la Pace del 2007, Benedetto XVI parlava di
“morti silenziose provocate dalla fame, dall’aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni”.
Ma nel mondo quale tipo di esperimenti vengono fatti sugli embrioni? E con quali scopi?
Debora Donnini lo ha chiesto a Lucio Romano, presidente di Scienza e
Vita:
R. – La ricerca
è particolarmente incentrata sull’uso degli embrioni da cui poter prelevare le cellule
staminali: cellule staminali embrionali che, opportunamente trattate, potrebbero poi
andare incontro ad una differenziazione delle cellule da poter usare dalla cosiddetta
terapia rigenerativa. E certamente questo è un campo che riscuote un grandissimo
interesse da parte della ricerca ma che, d’altra parte, cozza con i fondamenti antropologici
della tutela della vita di un essere umano allo stato biologico di embrione e che,
evidentemente, con lo stesso prelievo delle cellule verrebbe ad essere soppresso.
Il terreno è rappresentato soprattutto dalle cellule prodotte da embrioni e questi
embrioni a loro volta sono prodotti attraverso tecniche di fecondazione artificiale.
E noi sappiamo come a livello mondiale siano ormai milioni e milioni gli embrioni
che vengono prodotti e crio-conservati e centinaia di migliaia non verranno più utilizzati
e potrebbero essere destinati alla ricerca.
D. – In quali Paesi è possibile
fare sperimentazione sugli embrioni?
R. – Esclusa l’Italia, con la legge 40
del 2004 che impedisce la ricerca distruttiva sugli embrioni, in Paesi quali per esempio
gli Stati Uniti e i Paesi anglofoni sono quelli in cui si svolge una ricerca sulle
cellule di embrioni, di cellule che evidentemente sono frutto di fecondazione artificiale
e sulle quali si opera per poter dar luogo poi a eventuali interventi terapeutici
futuri.
D. – Quindi, diciamo che nel mondo ci sono milioni di embrioni congelati
…
R. – Stiamo parlando di esseri umani, di soggetti umani allo stato biologico
di embrione in una situazione di stand-by, di crio-conservazione, salvo poi destinazione
per la ricerca e, quindi, distruzione degli embrioni stessi. Stiamo parlando di esseri
umani che sono stati pensati per poter nascere e proseguire il loro percorso di vita
– quindi, venire alla luce – e di conseguenza viene impedito loro questo progetto
di vita. E credo che questo sia un problema grandissimo, sotto il profilo antropologico,
e che inerisce anche una civiltà non solo di ordine democratico, nell’assetto dell’organizzazione
sociale, ma inerisce evidentemente anche lo sfruttamento di una vita umana.
D.
– Ci sono parti del mondo dove, ad esempio, si può scegliere il sesso del nascituro,
cosa che invece è vietata – lo ricordiamo – in Europa e nel Regno Unito. Si chiama
“bilanciamento familiare”: è così?
R. – Sì. Il “bilanciamento familiare” contempla
il ricorso alla diagnosi genetica pre-impianto, vale a dire alla selezione degli embrioni
che presentino determinate caratteristiche. Nel caso specifico, si selezionano da
un pool di embrioni quelli di sesso maschile, con cromosoma “Y”, o si selezionano
quelli con cromosoma “X”, da qui poi la possibilità di poterli impiantare ed eventualmente
la possibilità che prosegua la gestazione. Questo credo che sia un criterio del tutto
inaccettabile, perché la selezione comporta evidentemente già di per sé l’inaccettabilità
del riconoscimento di una dignità maggiore ad un soggetto che sia di sesso maschile
o di sesso femminile, ma si va a ledere il fondamento di un progetto di vita che prescinde
dalla determinazione del sesso. Possiamo dire che è una tirannia sociale. Ci sono
ricerche che sono state pubblicate e che hanno evidenziato – ad esempio – la selezione
dell’embrione in ragione della positività o meno del fattore “Rh”: questo per ragioni
cliniche, ma che portavano alla selezione, e quindi alla soppressione, di embrioni
con fattore “Rh” non auspicato. Quindi, la selezione può essere fatta con la diagnosi
genetica pre-impianto ma è del tutto inaccettabile sotto il profilo etico.