In Italia prosegue il dibattito sull’annuncio di Mario Monti di volersi impegnare
in politica. Oggi il premier uscente incontrerà i leader centristi. Critiche dal Pdl,
cautela dal Pd. E l’Osservatore Romano giudica positivamente l’espressione “salire
in politica” usata da Monti. Il servizio di Giampiero Guadagni:
Dalla conferenza
stampa di fine anno di domenica scorsa, tutto il dibattito politico ruota attorno
alla salita in politica di Mario Monti. Dibattito intanto sull’espressione utilizzata,
che per l’Osservatore Romano rappresenta il senso di un impegno nobile, la risposta
alla domanda appunto di politica alta, in sintonia peraltro con il messaggio ripetuto
in questi anni dal capo dello Stato Napolitano. Dai partiti le reazioni sono di diversa
natura. Critiche continuano ad arrivare dal Pdl, che lavora ad un alleanza con la
Lega. Per Berlusconi Monti dice di salire in politica perché aveva un rango inferiore
a quello di presidente del Consiglio. La cura di Monti contro la crisi è stata completamente
sbagliata, afferma l’ex premier, convinto che l’Imu si possa davvero abolire. Su Monti
perplessità ma maggiore cautela da parte del Pd, che presenta intanto la candidatura
del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Il segretario Bersani spiega che
il governo di centrosinistra avrà più attenzione all’equità e al lavoro, ma sarà pronto
comunque al confronto con lo schieramento che sosterrà il premier uscente. Forma e
composizione di questo schieramento potrebbe essere decisa oggi, nel vertice delle
forze centriste con lo stesso Monti, che vorrebbe chiudere subito l’accordo per lavorare
alla scelta dei candidati.
E sull’agenda di Mario Monti, Alessandro Guarasci
abbiamo sentito Edoardo Patriarca, segretario della Comitato organizzatore
delle Settimane Sociali:
R. - Nasce una
realtà che fa riferimento all’Europa, e che soprattutto fa riferimento al Partito
popolare europeo. In questi anni abbiamo sentito la mancanza, in questo strano bipolarismo,
di una forza politica liberale. Credo che questo sia un passo in avanti, così che
finalmente si abbia un partito popolare europeo non populista, non demagogico e che
non rincorra gli spiriti animali e i mal di pancia degli italiani; ecco, che non coltivi
quei mal di pancia ma che piuttosto li risolva.
D. - Secondo lei, è più alternativo
al Pd o al Pdl? Insomma con chi è la competizione?
R. - Sembra che in questo
caso Monti sia dentro il contenitore del Partito popolare europeo e quindi stia cercando
di ricomporre quell’area. Il partito che lo stesso Monti andrà a costruire, semmai
lo farà, sarà chiaramente alternativo ai partiti socialisti e democratici che sono
collocati in Europa in un altro contesto; quindi penso anche al Partito democratico.
Credo che nella stagione che verrà, forse troveremo finalmente due forze politiche
che sono finalmente europee e che gareggeranno nella capacità di rinnovare questo
Paese in una prospettiva liberale. Magari sarà un liberal conservatore, un liberal
riformista… Vedremo poi come queste parole acquisteranno un significato nuovo nella
stagione che verrà e spero che arrivi presto.
D. - Lei come vede il ruolo di
coloro che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa in questa nuova formazione?
R.
- Se in questa nuova formazione i cattolici potranno essere protagonisti - come non
lo sono stati in questi anni di fatto, sempre un po’ marginali nelle varie formazioni
- credo che porterà del bene a questo Paese. Noi abbiamo svolto una Settimana Sociale
di Reggio Calabria sotto il segno di un’agenda per il Paese, un’agenda di speranza
per il futuro… Credo che già in quell’agenda, ci fossero dei semi perché appunto questa
presenza dei cattolici nella politica sia finalmente efficace e sia finalmente anche
generativa di qualcosa di nuovo.
D. - Possiamo parlare, secondo lei, di una
nuova stagione di riproposta di contenuti al di là delle ideologie?
R. - Credo
che Monti, in questa sua agenda, recuperi il senso di una politica che cerca di risolvere
i problemi delle persone, delle famiglie, delle imprese sotto il segno del bene comune.
Finalmente parliamo di bene comune, di Paese, di questioni da affrontare perché questo
Paese torni a crescere. In fondo, il metodo Monti è stato già sperimentato dai cattolici
a Reggio Calabria. Quel metodo, è il metodo di Reggio Calabria, quando noi decidemmo
insieme a 1200 delegati e scegliemmo quattro - cinque grandi priorità per questo nostro
Paese. Credo che questo sia lo stile che Monti abbia scelto e credo che sia lo stile
giusto per fare politica.