Militari italiani pellegrini in Terra Santa. Mons. Pelvi: sui passi del Principe della
Pace
E’ iniziato ieri il Pellegrinaggio dei militari italiani in Terra Santa: promosso
dall’arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia, è una delle
iniziative in programma per l’Anno della Fede. Sull’evento, che si concluderà il 4
gennaio, Luca Collodi ha intervistato lo stesso mons. Pelvi:
R. - In Terra
Santa i soldati ci vanno perché lì sentono di poter camminare sui passi del “Principe
della pace”. La Terra Santa è una terra benedetta ed è una terra dove la benedizione,
tante volte, è segnata dalla violenza, dalla lotta, dalla guerra; vediamo la Terra
Santa come una terra di paradosso, un incontro tra cielo e terra. Accanto alla preghiera
c’è un compito, un impegno, cioè: i nostri militari in Terra Santa vedono la pace
scritta nei volti di quanti appartengono a religioni diverse; vediamo in Terra Santa
musulmani, ortodossi, cattolici e tutti - indipendentemente dalla religione professata
– desideriamo e vogliamo costruire la stessa pace. Allora, si va in Terra Santa perché
vogliamo essere consapevoli del progetto di Dio nella storia dell’uomo; questo progetto
è che la guerra non può essere mai una guerra benevola, non può essere mai una guerra
giusta, ma dobbiamo tendere ad una pace possibile.
D. – Voi porterete anche
un aiuto concreto ai cristiani di Terra Santa…
R. – Sì, perché l’Ordinariato
militare si è prefisso come progetto il sostegno alle famiglie dei pochi cristiani
rimasti in Terra Santa, che non devono mai andar via. Aiutare anche, in maniera tangibile,
la costruzione di abitazioni per i cristiani più poveri, perché possano stare nella
terra di Gesù. È un progetto che si potrà realizzare sempre meglio.
D. – Quali
saranno le tappe di questo pellegrinaggio?
R. – Le tappe sono un percorso che
si snoda dalla Galilea, l’Annunciazione, cioè da Nazareth, per poi passare in Giudea,
a Betlemme, la nascita di Gesù, e arrivare ai momenti significativi della vita di
Gesù, della vita pubblica, con una particolare riflessione sulla Chiesa nascente e
quindi sugli Apostoli e sulla loro chiamata. Percorrere poi la via del Calvario sino
al sepolcro vuoto, che darà uno slancio, una scossa interiore, per una vita più buona
secondo il Vangelo. Il Patriarca Twal ci accoglierà per condividere con noi la fede
cristiana, calata nei luoghi della vita di Gesù, quasi una possibilità di immettere
la linfa della storia dei luoghi di Gesù nella nostra storia e nella nostra vita di
ogni giorno.