I giovani di Taizé a Roma, "fiducia in Dio, fiducia negli altri"
"L'appuntamento
di questi giorni a Roma non è un evento staccato dagli altri, ma una tappa del 'pellegrinaggio
di fiducia sulla terra' cominciato trentacinque anni fa dal nostro fondatore frère
Roger. Insieme a tanti giovani cerchiamo di vivere la fiducia in Dio, cioé la fede,
e di far capire che questa ci porta ad aver fiducia negli altri e a creare una società
solidale, dove ognuno non viva chiuso nel proprio egoismo". Così fr. John, statunitense,
dal '74 nella Comunità di Taizé, presenta ai nostri microfoni il Pellegrinaggio
europeo di Taizé in programma a Roma dal 28 dicembre al 2 gennaio. Sei giorni
di preghiera comune, condivisione, riflessioni, pellegrinaggi sulle orme dei primi
cristiani, per cui sono giunti a Roma decine di migliaia di giovani dall'Europa, ma
anche da altri continenti. Sabato 29 il momento culminante del pellegrinaggio sarà
l'incontro con Benedetto XVI per la preghiera comune in Piazza San Pietro. "Da
tanti anni i giovani vengono a trovarci nella nostra comunità in Francia - spiega
fr. John - ma con loro abbiamo voluto organizzare degli incontri annuali in tante
città europee per permettergli di portare la loro testimonianza nelle parrocchie,
nelle famiglie e nelle chiese locali". "Non è stato facile chiedere alle famiglie
romane nel periodo natalizio di aprire le porte ai giovani di Taizé" aggiunge. "Ma
è stata una scelta importante perché i ragazzi sono venuti nella Capitale per vivere
un'esperienza con la Chiesa locale, quindi non solo con le 'pietre' ma anche con le
persone. Dopo tanto lavoro possiamo dire con soddisfazione che un terzo di questi
trentaduemila giovani giunti a Roma sono ospitati da famiglie". "Siamo una comunità
ecumenica e tutto ciò che facciamo è per rendere visibile questa ricerca di unità"
conclude fr. John della Comunità di Taizé - "anche qui a Roma possiamo contare sulla
collaborazione di fratelli ortodossi e protestanti che accolgono i nostri giovani".
Giusi, 21 anni, viene dalla provincia di Bari ed è al suo terzo pellegrinaggio.
"Noi giovani - ci racconta - abbiamo sete di Dio e a Taizé riusciamo a dissetarci.
L'invito alla solidarietà è il frutto maggiore delle esperienze che ho vissuto a Berlino
e Rotterdam. Una volta tornata nella mia comunità, con i miei amici, ho organizzato
la preghiera in carcere e negli ospedali, gesti di solidarietà con i più poveri".
"Sono stato accompagnato da alcuni amici all'incontro di Vienna - racconta Alessandro,
30 anni, nato a Treviso - e da allora non ho più smesso. Si va in una città, s'incontrano
le persone, le tradizioni locali, altri giovani provenienti da tutto il mondo per
pregare assieme, e si torna a casa arricchiti da questa esperienza. Restiamo sempre
stupiti da quanta gente apra la propria porta a giovani provenienti da altri paesi".
(A cura di Fabio Colagrande)