Le priorità: giovani e occupazione. Il commento di Armelloni delle Acli
Uno dei punti centrali dell’agenda Monti presentata domenica è l’occupazione. Nel
documento si ricorda come i senza lavoro oramai siano l’11% della popolazione. Dunque
l’agenda propone un Piano per l’occupazione giovanile con incentivi a sostegno della
formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro. Alessandro Guarasci ha
sentito Giambattista Armelloni, presidente delle Acli Lombardia.
R. - Io penso
che il tema vero sia una politica industriale che, in questo momento, va ricostruita
completamente e da lì ne derivano poi tutte le condizioni in cui, praticamente, versano
i lavoratori; in quanto, se la politica industriale non c’è, non si può assolutamente
immaginare e pensare il lavoro.
D. - Però, se non si hanno energie fresche
nella fase produttiva, difficilmente si riesce a competere con il resto d’Europa,
o il resto del mondo…
R. - L’investimento sui giovani, a questo punto, chiama
in causa l’istruzione, la formazione, un nuovo investimento sul tema dell’abilità,
un confronto anche internazionale più accentuato…
D. - Lei è preoccupato per
un depotenziamento del welfare, che in qualche modo si va profilando? Vediamo quello
che succede nella sanità, ma anche nelle cooperative sociali…
R. - Se si ragiona
in una forma di austerità che sia anche di sviluppo, allora chiaramente, possiamo
anche ragionare sul contenimento dei costi, possiamo a questo punto usare un universalismo
selettivo, che vada veramente a cogliere i problemi delle persone e si può, a questo
punto - anche attraverso delle formule nuove di welfare - cercare di raggiungere le
nuove povertà, i nuovi bisogni. Però, è una priorità e non può essere semplicemente
un dire ineluttabilmente: “Qui bisogna tagliare e tocca a tutti”, perché questo significa
- secondo me - mettere in difficoltà l’idea del Paese che si vuole in un certo senso
costruire - ripeto ancora - sulla giustizia sociale.