La missione come esperienza familiare: la testimonianza di una coppia di coniugi italiani
L’impegno missionario può anche essere una esperienza da compiere come famiglia. Stefano
Zani e sua moglie Barbara sono due medici che negli anni Ottanta hanno cominciato
il loro impegno a fianco dei ‘Medici con l’Africa’ del Cuamm. L’esperienza cominciata
con il volontariato in un ospedale del Kenya è proseguita negli anni. Al microfono
di Davide Maggiore il dottor Stefano Zani spiega le motivazioni della
loro scelta:
R. – La decisione,
fondamentalmente, è maturata dal rapporto di coppia con Barbara. Siamo sposati dal
1986 e l’esperienza di poter partire insieme, come famiglia e come professionisti
per i due anni e mezzo con i medici con l’Africa CUAMM, ci ha sicuramente arricchito
in maniera incredibile. E’ estremamente importante per noi quello che abbiamo trovato
nell'attività dei missionari: una dedizione completa al prossimo.
D. – Quali
erano in particolare, dal punto di vista medico, le più importanti emergenze e sfide
da affrontare?
R. – Sicuramente l’accesso alle cure primarie per le madri e
per i bambini, perché se si riesce a permettere un accesso alle fasce più deboli della
società, riusciamo sicuramente a rinforzare il sistema sanitario e a dare un miglioramento
globale al settore salute.
D. – C’è qualcosa che avete riportato da questa
esperienza di volontariato medico nella vostra professione in Italia?
R. –
Che bisogna formarsi veramente bene ed essere molto preparati. Inoltre, il confronto
con le persone, il confronto con le comunità, ci ha talmente arricchito che, secondo
me, è una specie di debito che noi abbiamo nei confronti di queste persone, umanamente
e professionalmente.
D. – La vostra non è stata una esperienza semplicemente
individuale ma un’esperienza che è nata come ed è proseguita anche come una esperienza
di famiglia?
R. – Abbiamo cercato di fare della famiglia il nucleo fondamentale.
Quando eravamo soltanto io e Barbara, questo ha arricchito e rinforzato. Da quando
poi ci sono le due ragazze, dal 2001, partecipano con noi a tutte le missioni. La
più grande, da un punto di vista della giurisprudenza, quindi sui diritti umani e
sulla cooperazione internazionale, e l’altra ci aiuta nell’organizzazione degli eventi
anche in Africa, quindi ci danno una mano in tutto e per tutto.