2012-12-26 14:17:18

La missione come esperienza familiare: la testimonianza di una coppia di coniugi italiani


L’impegno missionario può anche essere una esperienza da compiere come famiglia. Stefano Zani e sua moglie Barbara sono due medici che negli anni Ottanta hanno cominciato il loro impegno a fianco dei ‘Medici con l’Africa’ del Cuamm. L’esperienza cominciata con il volontariato in un ospedale del Kenya è proseguita negli anni. Al microfono di Davide Maggiore il dottor Stefano Zani spiega le motivazioni della loro scelta:RealAudioMP3

R. – La decisione, fondamentalmente, è maturata dal rapporto di coppia con Barbara. Siamo sposati dal 1986 e l’esperienza di poter partire insieme, come famiglia e come professionisti per i due anni e mezzo con i medici con l’Africa CUAMM, ci ha sicuramente arricchito in maniera incredibile. E’ estremamente importante per noi quello che abbiamo trovato nell'attività dei missionari: una dedizione completa al prossimo.

D. – Quali erano in particolare, dal punto di vista medico, le più importanti emergenze e sfide da affrontare?

R. – Sicuramente l’accesso alle cure primarie per le madri e per i bambini, perché se si riesce a permettere un accesso alle fasce più deboli della società, riusciamo sicuramente a rinforzare il sistema sanitario e a dare un miglioramento globale al settore salute.

D. – C’è qualcosa che avete riportato da questa esperienza di volontariato medico nella vostra professione in Italia?

R. – Che bisogna formarsi veramente bene ed essere molto preparati. Inoltre, il confronto con le persone, il confronto con le comunità, ci ha talmente arricchito che, secondo me, è una specie di debito che noi abbiamo nei confronti di queste persone, umanamente e professionalmente.

D. – La vostra non è stata una esperienza semplicemente individuale ma un’esperienza che è nata come ed è proseguita anche come una esperienza di famiglia?

R. – Abbiamo cercato di fare della famiglia il nucleo fondamentale. Quando eravamo soltanto io e Barbara, questo ha arricchito e rinforzato. Da quando poi ci sono le due ragazze, dal 2001, partecipano con noi a tutte le missioni. La più grande, da un punto di vista della giurisprudenza, quindi sui diritti umani e sulla cooperazione internazionale, e l’altra ci aiuta nell’organizzazione degli eventi anche in Africa, quindi ci danno una mano in tutto e per tutto.







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