Natale in Afghanistan. Il parroco di Kabul: ci sono segni di rinascita
Il Natale in Afghanistan coincide con piccoli segni di rinascita. È quanto sottolinea,
al microfono di Amedeo Lomonaco, padre Giuseppe Moretti, parroco dell’unica
chiesa esistente in Afghanistan, quella interna all’ambasciata italiana a Kabul:
R. – Ci sono
segni di rinascita, sia pure molto piccoli, anche perché se non ci fossero sarebbe
un enorme fallimento della presenza occidentale in questi dieci anni, ormai undici.
Quello che emerge è il desiderio di pace. Con la pace arriva il progresso nel vero
senso della parola – non il consumismo – quindi più scuole, più ospedali, più assistenza
sociale, più lavoro, più tranquillità, più dignità, più rispetto dei diritti umani,
soprattutto delle donne e dei bambini. Vivendo in Afghanistan è chiaro che noi concentriamo
la nostra preghiera soprattutto per questo Paese, perché non ci siano più check-point,
non ci sia più filo spinato e si viva con una maggiore serenità, con una maggiore
tranquillità. È poca cosa la nostra presenza. Ma abbiamo la certezza immensa di essere
amati da Dio e che Dio ci vuole qui.
D. – A proposito di presenze, si stanno
riducendo i vari contingenti della coalizione. Si arriverà a un progressivo e completo
ritiro nei prossimi anni della coalizione internazionale presente in Afghanistan.
Come sta vivendo la popolazione questo momento così cruciale per la storia afghana?
R.
– C’è un duplice sentimento. Il primo, ovviamente, è un sentimento di liberazione,
anche perché in qualsiasi Paese la presenza delle forze armate straniere non è mai
gradita. La seconda, è una preoccupazione di natura sociale. Quanti giovani e quanti
padri di famiglia hanno ora un impiego proprio in questi contingenti internazionali?
Sono centinaia, centinaia e centinaia. In un Paese dove la disoccupazione è molto
diffusa, la partenza dei contingenti farà aumentare il numero dei disoccupati. Quindi,
c’è la prospettiva di un ampliamento della disoccupazione.
D. – Questa prospettiva
fa temere che aumentino economie diverse, traffici illeciti?
R. – Quando la
gente non ha lavoro, cerca di darsi da fare in tutti i modi e sbarcare il lunario
in maniera lecita e illecita. Quindi, i grandi problemi che bisognerà affrontare sono
proprio questi: garantire una sicurezza sociale e avere la certezza del pane quotidiano.
D. – Un suo augurio speciale per questo Natale?
R. – L’augurio in idioma
farsi del buon Natale. Dalla lingua dari la traduzione è: “Auguri per il giorno
della nascita di Gesù”.