Natale: l'impegno degli studenti di Taiwan per i poveri e i carcerati
Seguendo l'invito del Vangelo "Ero nudo e mi avete vestito", gli studenti delle scuole
cattoliche di Taiwan cercano di regalare un Natale più umano e dignitoso a chi è stato
colpito dalla crisi. Lo strumento – riferisce l'agenzia AsiaNews – è una raccolta
di vestiti nuovi e usati, da donare a famiglie in difficoltà economiche. Nell'isola,
molte famiglie sono andate incontro alla disoccupazione o ricevono salari molto ridotti,
che consentono di comprare cibo, ma non permettono altre spese essenziali come i vestiti.
L’impegno dei giovani taiwanesi si rivolge tanto ai loro connazionali quanto a persone
di altri Paesi. Un gruppo di studenti universitari di Taichung è in contatto costante
con la Chiesa cattolica dello Swaziland, in cui opera ormai da quattro anni. Ogni
estate organizzano campi di lavoro di due settimane con medici volontari. Una responsabile
della Caritas locale, Anne Kholi, è venuta in queste settimane a Taiwan per ringraziare
della collaborazione. In una intervista racconta: "Ho visto con i miei occhi bambini
piangere di gioia per aver ricevuto scarpe da ginnastica per la prima volta nella
loro vita". Ancora nello spirito del Vangelo, che continua dicendo "[ero] carcerato
e siete venuti a trovarmi", già da diversi anni la pastorale dell'educazione scolastica
della diocesi di Taipei si è attivata per permettere agli studenti di conoscere la
realtà di coloro che vivono in prigione. Il 17 dicembre scorso, per prepararsi al
Natale, 60 studenti delle superiori di quattro grandi scuole cattoliche di Taipei
e dintorni sono andati al carcere di Taipei per rivolgere gli auguri di Natale ai
300 reclusi. Commentando lo spettacolo allestito dai ragazzi per i carcerati, una
giovane studentessa di Taipei, Chen Jinhua ha spiegato: "Ci siamo esibiti in diversi
posti ma qui la platea ha dimostrato un calore davvero speciale. Credo abbiano bisogno
di sentire un contatto umano dall'esterno. Per noi è stato molto toccante". (D.M.)