2012-12-24 14:51:55

Natale in Terra Santa. Padre Pizzaballa: diminuiti i pellegrini per la crisi di Gaza


Con l’ingresso solenne del Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, nella piazza della Mangiatoia a Betlemme, hanno preso il via le celebrazioni per il Natale in Terra Santa. Quindi si terranno i Primi Vespri e il culmine sarà questa sera con la Messa di Mezzanotte nella Basilica di Santa Caterina a cui assisterà anche il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e il premier, Salam Fayyad. E questo Natale del 2012 è, in un certo senso, particolare, come ci spiega il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, al microfono di Debora Donnini:RealAudioMP3

R. – Rispetto agli anni precedenti il Natale quest’anno è un po’ più calmo, nel senso che ci sono meno pellegrini: dopo la crisi di Gaza ci sono state molte cancellazioni. Detto questo la situazione al momento è abbastanza tranquilla. Diciamo che è un Natale forse un po’ più sotto tono per questi motivi, ma lo vogliamo festeggiare lo stesso con gioia.

D. – Quando si parla di Terra Santa, vi è associato il problema della pace. Qual è il suo appello in questo senso?

R. – Sì, può sembrare paradossale che la terra che è l’origine della pace, che ci ha dato il Principe dalla pace - ora celebriamo il Natale - sia sempre segnata da conflitti. Questo vale sia per la Terra Santa che un po’ per tutto il Medio Oriente in generale. Credo che per noi cristiani, in modo particolare, il Natale significhi ricominciare: il Natale è una nascita, un nuovo inizio. Gesù dice a Nicodemo, nel Vangelo di Giovanni, che per vedere il Regno di Dio bisogna rinascere dall’alto. Per noi cristiani, penso soprattutto ai cristiani di Siria, Egitto, ma anche di Terra Santa, è importante non cedere al disfattismo, non pensare che non c’è più niente da fare, che è tutto finito, non ci sarà mai la pace… Significa cominciare di nuovo, rimboccarsi le mani, avere fiducia e credere che, anche se poco, possiamo cambiare ancora qualcosa.

D. – Com’è la situazione dell’emigrazione dei cristiani dalla Terra Santa? E’ ancora forte o è leggermente diminuita?

R. – La migrazione dei cristiani di Terra Santa in questo momento è rallentata, c’è sempre un fenomeno ormai fisiologico, ma rispetto agli anni precedenti la situazione è più tranquilla. E’ più tragica la situazione in Siria e in Egitto.

D. – In questo momento la notizia della decisione di Israele di costruire 2.600 nuove abitazioni a Gerusalemme Est ha destato una forte reazione da parte palestinese, per cui si parla di un ricorso alla Corte penale internazionale, e anche a livello internazionale da parte dell’Onu, dell’Unione Europea. Lei cosa pensa in proposito? Questo è un problema scottante…

R. - Direi di sì e tocca uno degli aspetti più delicati e difficili del rapporto tra israeliani e palestinesi: Gerusalemme e il futuro di Gerusalemme. Questa decisione del governo israeliano è una ritorsione per il riconoscimento della Palestina all’Onu come Stato osservatore non membro. Mi auguro che sia solo una dichiarazione di ritorsione e che non sia attuata perché questo creerebbe una tensione ancora maggiore e poco prevedibile in questo momento.







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