In Egitto oltre il 60% di sì alla Costituzione ma l’affluenza al referendum è stata
bassa
L’Egitto approva la nuova Costituzione. La nuova carta che definisce la “sharia”,
la legge islamica, come fonte principale della legislazione nazionale, risulta essere
stata approvata dal referendum confermativo con il 64% dei sì anche se i risultati
ufficiali arriveranno solo lunedì. A votare è stato circa il 32% degli aventi diritto.
E' quanto annuncia il partito dei Fratelli musulmani egiziani, Giustizia e Libertà,
dopo lo scrutinio dei due terzi dei voti al secondo turno. “Il popolo egiziano continua
la sua marcia verso il completamento della costruzione di un moderno Stato democratico,
dopo aver voltato la pagina dell'oppressione” si legge in una nota diramata questa
mattina dal partito. Ma l'opposizione denuncia brogli e fa sapere che presenterà ulteriori
iniziative contro la nuova Carta costituzionale. Il referendum si è tenuto in due
tornate, il 15 e il 22 dicembre, in zone differenti del Paese, a causa della scarsità
di magistrati di controllo che hanno boicottato le consultazioni. A vigilare sulla
sicurezza sono stati disposti circa 250 mila tra poliziotti e militari. Sul fronte
istituzionale intanto il governo del presidente Morsi continua a perdere elementi:
ieri il vicepresidente Mohamed Mekki, esponente della magistratura egiziana, ha rinunciato
al proprio incarico e si è dimesso anche il governatore della Banca Centrale, Faruq
el Oqda, in carica dal 2003. Dimissioni, queste ultime, smentite poi però dal governo.
In entrambi i casi la rinuncia sarebbe legata a divergenze con Morsi.