2012-12-23 10:07:35

A Roma la mostra dedicata ai capolavori meno noti del Canova


Prosegue a Roma presso il Museo di Palazzo Braschi la mostra “Canova Il segno della gloria, disegni, dipinti e sculture” dedicata al più grande scultore a cavallo tra Sette e Ottocento. Fino al prossimo 7 aprile l’esposizione rivela un inedito Canova attraverso acqueforti, gessi, tempere, terrecotte, marmi e soprattutto 79 disegni provenienti dal Museo Civico di Bassano. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

L’anima di Antonio Canova, maestro del Neoclassicismo al centro della mostra romana di Palazzo Braschi: l’aspetto meno ufficiale, quello informale, l’attimo dell’ispirazione artistica, l’embrione dei capolavori marmorei universalmente riconosciuti sono i protagonisti dell’esposizione. A raccontare il pensiero dello scultore sono una selezione di disegni preparatori, monocromi, bozzetti in gesso, lettere provenienti dalle ricche collezioni del Museo Civico di Bassano. La curatrice Giuliana Ericani:

“Rivelano la personalità di Antonio Canova, che evidentemente si stempera nelle sculture realizzate in marmo. I disegni sono proprio il pensiero e l’anima dell’artista”.

La grazia, la levigatezza, la lucidità dei marmi di Antonio Canova sono il frutto di un attento studio della scultura greca, documentato nelle opere grafiche esposte:

“Lui ripete più volte che la maggiore impressione la ebbe andando a vedere i marmi del Partenone e che lì lui aveva ritrovato la vera carne”.

La mostra accompagna il visitatore dalla fase ideativa alla realizzazione finale dell’opera restituendo a Canova quel ruolo di protagonista dell’arte europea tra 7 e 800, del quale lo scultore era consapevole. Ancora Giuliana Ericani:

“Era molto umile ma aveva una forte consapevolezza della qualità delle sue realizzazioni. Riteneva che il suo valore dovesse essere giustamente retribuito. Infatti, Antonio Canova fu in assoluto l’artista più pagato di tutti i tempi”.

Il valore di Canova fu suggellato da Pio VII che nominò lo scultore direttore dei Musei Vaticani, incaricandolo di riportare a Roma le opere trafugate da Napoleone:

“Nel 1802, nel decreto di nomina, viene richiamata proprio la continuità di questa nomina da Raffaello a Canova”.







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