Siria, minacce contro villaggi cristiani. Il vescovo di Aleppo: Natale al buio, la
luce è Cristo
“Nessuna intenzione di offrire asilo al presidente Assad”. Lo ribadisce Mosca, mentre
in Siria è ancora violenza, nonostante l’approssimarsi del Natale. Nel pomeriggio
un’autobomba a Damasco ha causato 5 morti il ferimento di decine di persone,stamane
invece nella capitale a perdere la vita è stato un cameraman della Tv nazionale. L'emittente
accusa i ribelli. Sono almeno 17 i giornalisti, morti nel Paese dall'inizio del conflitto.Intanto,
un gruppo di miliziani ha minacciato di bombardare due villaggi a maggioranza cristiana
se non espelleranno i soldati del regime. In questo drammatico contesto, la piccola
comunità cristiana cerca di vivere in qualche modo le festività natalizie. Tracey
McLure ha intervistato il vescovo caldeo di Aleppo, Antoine Audo:
R. - Prima di
tutto, vorrei dire che Natale è la festa della pace e della gioia, la festa delle
famiglie. Ma quest’anno, a causa della guerra, stiamo vivendo nelle tenebre perché
non c’è elettricità e manca il gasolio per il riscaldamento nelle case e nelle chiese.
Cionosostante, cerchiamo di celebrare il Natale con una Messa alle cinque del pomeriggio.
Poi, faremo un incontro per salutarci, per stare insieme. Vi chiediamo di pregare
per noi con la convinzione che si possa fare qualcosa per la pace e per la riconciliazione
malgrado tutte le difficoltà.
D. - Quale preghiera vuole elevare a Dio per
questo Natale?
R. - La Siria ha perso la pace da due anni, ma noi cristiani
ritroviamo la pace e la gioia ogni volta che ci mettiamo in adorazione davanti al
Bambino Gesù, ogni volta che soffriamo con i poveri e cerchiamo di servirli. Il Bambino
Gesù allontani da noi la paura e le tenebre. Il Natale sia tempo di pace e di gioia.