Messa di Natale alla Radio Vaticana: “La missione di portare di nuovo Gesù agli
uomini di oggi”
Sull’esempio del canto di Maria, “prima testimone della grandezza, della bontà e della
misericordia di Dio”, anche noi siamo chiamati a magnificare Dio con lo spirito e
l’anima di Maria e a “portare di nuovo Cristo al mondo di oggi”. Così padre Vladymyrov
Viktor si è rivolto alla comunità della Radio Vaticana, riunita sabato mattina nella
Cappella dell’Annunciazione per la consueta celebrazione eucaristica in attesa del
Natale. Il Verbo di Dio che si fa Uomo deve trovare accoglienza nel cuore di ognuno,
ma Gesù va anche portato al mondo con la propria testimonianza e, nel caso della comunità,
anche attraverso le onde radio e, oggi, attraverso la Rete. “Il canto di Maria non
è il cantico di colui cui arride la fortuna – ha detto nell’omelia citando Benedetto
XVI – ma il ringraziamento dell’uomo che conosce i drammi della vita e confida in
Dio”. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” e grandi cose il Signore fa per ognuno
di noi, come venire nel mondo, entrare nella storia dell’umanità. E grandi cose fa
Dio attraverso di noi, se riusciamo farci portatori del Vangelo: un seme piccolo,
talvolta invisibile, ma che porta abbondanti frutti. A questo proposito padre Viktor
ha raccontato la sua storia, quella di un ragazzino che 30 anni fa nella sua cittadina
in Unione Sovietica, armeggiava con le manopole della radio alla ricerca della musica
rock proibita dal regime, ma che invece trovò una voce che parlava di Gesù nella sua
lingua. Ascoltò per la prima volta il Vangelo, la Messa, il Rosario, capì che lontano,
a Roma, c’era davvero il Papa, padre e pastore di una Chiesa reale, viva, non solo
negli affreschi dimenticati del suo Paese. Poi l’Urss cadde e arrivarono i primi missionari,
nella cittadina fu fondata una parrocchia e quel giovane, come pure tutta la sua famiglia,
poterono finalmente ricevere i sacramenti. Ora quel ragazzino è diventato sacerdote:
“Christus vincit”, recita una delle sigle della Radio Vaticana. (A cura di Roberta
Barbi)