Betlemme: migliaia di pellegrini per Natale. Ma continua l'esodo dei cristiani
Come ogni anno un clima di festa accompagna le celebrazioni natalizie a Betlemme,
il luogo di nascita di Gesù. Malgrado i tragici avvenimenti a Gaza e le tensioni in
Medio Oriente - riporta l'agenzia AsiaNews - circa 75mila pellegrini sono attesi nei
prossimi giorni in Terra Santa. Samir Qumsieh, giornalista e direttore della televisione
cattolica Al-Mahed Nativity Tv Station di Betlemme, sottolinea che dall'inizio della
settimana la città è bloccata dal traffico e tutte le strade e piazze sono decorate
con luci e addobbi. "Qui tutti festeggiano il Natale - racconta il giornalista - Betlemme
è a maggioranza musulmana e la comunità islamica partecipa in modo attivo alle varie
iniziative che caratterizzano tutto il periodo". Giovedì centinaia di palestinesi,
cristiani e musulmani, hanno assistito all'accensione dell'albero di Natale nel centro
della città. Alle celebrazioni hanno partecipato Salam Fayyad, Primo ministro dell'Autorità
Nazionale palestinese (Anp) e altre personalità politiche. Il 24 dicembre, Abu Mazen,
presidente dell'Anp, parteciperà alla Messa di mezzanotte nella chiesa della Natività.
Secondo Samir Qumsieh, il clima positivo di questi giorni è solo una parentesi se
paragonato alla situazione quotidiana vissuta dai cristiani della Terra Santa, in
particolare nei territori palestinesi. "La partecipazione delle personalità politiche
alle celebrazioni per il Natale - afferma - non basta a tranquillizzare i cristiani
di Betlemme, che a causa delle condizioni economiche e della discriminazione sociale
continuano ad emigrare". "Noi - spiega - siamo allo stesso tempo vittime della divisione
fra Hamas e al-Fatah e delle politiche repressive di Israele. Non possiamo più vivere
ancora molto in queste condizioni". I cristiani si trovano al centro di questa controversia
e la loro voce è sempre più flebile. "Purtroppo - dichiara il giornalista - la crescita
del fondamentalismo islamico armato in Medio oriente non aiuta. dopo l'esodo dall'Iraq,
le chiese cristiane rischiano di scomparire anche dalla Siria. In Terra Santa siamo
ormai una piccola percentuale che continua a diminuire". Dal 1967 a oggi circa il
35% della popolazione cristiana palestinese è emigrato all'estero e si ritiene che
nel 2020 essi rappresenteranno solo l'1,6% della popolazione totale. La maggioranza
delle famiglie cristiane vive soprattutto grazie al turismo legato ai pellegrinaggi
religiosi, che dà lavoro a migliaia di persone. Mercoledì scorso, la Commissione episcopale
per i Pellegrinaggi dell'Assemblea degli ordinari Cattolici aveva lanciato un appello
per incoraggiare i pellegrini a visitare la Terra Santa: "Non abbiate paura di venire
a visitare la vostra Chiesa Madre. L'itinerario del vostro pellegrinaggio è sicuro
e lontano dai pericoli". Il ministero israeliano del Turismo ha dichiarato che il
24 e il 25 dicembre offrirà il trasporto gratuito dei turisti da Gerusalemme a Betlemme,
garantendo bus navetta ogni 15- 20 minuti. Per il 2012, le autorità sperano di raggiungere
il record di 3,3 milioni di visitatori, quasi 1 milione in più rispetto al 2011. Di
questi oltre il 60% sono pellegrini cristiani, che come confermato dallo stesso ministero,
rappresentano la più grande risorsa per il turismo israeliano e palestinese. La presenza
dei cristiani e dei pellegrini in Terra Santa è una risorsa anche per il dialogo interreligioso.
Lo scorso 18 dicembre, mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme ha inaugurato
l'albero di Natale posto per la prima alla porta di Jaffa, nella città vecchia. La
cerimonia che ha riunito diversi vescovi, sacerdoti, religiosi e laici ha attirato
anche molti ebrei e musulmani. (R.P.)