2012-12-21 15:03:52

Siria, violenze infinite. La Nato parla di regime al collasso


In Siria ancora violenze senza limiti. Oggi un gruppo di ribelli ha aperto il fuoco contro un volo di linea della compagnia di bandiera, pronto a decollare da Aleppo, mentre un offensiva militare è stata lanciata, sempre degli oppositori al regime, ad Hama. Nuovi lanci multipli di missili a corto raggio del tipo 'Scud' sono stati avvistati dai mezzi di vigilanza della Nato appena ieri mattina. Intanto l’Ue ribadisce l’allarme profughi e di regime prossimo al collasso parlano Nato e Francia; la Russia chide di evitare che la Siria cada nel caos e l’Onu raccomanda: bisogna arrestare il conflitto “con una soluzione politica e non dando armi”. Fausta Speranza ne ha parlato con Paolo Quercia, del Centro Militare Studi Strategici:RealAudioMP3

R. – Certamente una soluzione politica è possibile, lo è sempre stata e lo può essere anche adesso. Ovviamente presuppone che ci sia un accordo politico tra le potenze esterne, che sostengono le varie parti belligeranti. E’ possibile a patto che ci sia un livello internazionale di accordo sul futuro del post-Assad.

D. – A proposito di questo, già si sta preparando qualcosa...

R. - Questo è molto difficile da dire, perché ovviamente nessuno scoprirebbe le proprie carte. Io, ad esempio, ho visto che la visita che Putin ha fatto qualche tempo fa in Turchia è stata, tutto sommato, positiva o ad ampio spettro, e questo vuol dire che probabilmente Ankara e Mosca, che sul fronte siriano erano su posizioni totalmente divergenti, stanno trovando dei punti di incontro anche su questo terreno, altrimenti non sarebbe stata possibile una visita di quel tipo. Quindi, penso che qualcosa stia avvenendo a livello politico, mossa soprattutto da questi due Paesi.

D. – Intanto, che dire della denuncia di Carla Del Ponte di violenze e di crudeltà inaudite, peggiori di quelle che si sono viste nei Balcani?

R. – Purtroppo, la guerra è entrata in una fase sempre più vissuta a livello di società civile, anche sempre più settaria, nel senso che oltre ad essere combattuta dalle forze governative e dai combattenti antiregime, si sono create una serie di milizie territoriali di autodifesa - spesso su base religiosa o localistica - che sono al di fuori di ogni possibilità di controllo, che spesso sono responsabili delle vendette, degli atti più barbari, che vengono condotti da ambo le parti. Questo viene evidenziato anche dal Rapporto delle Nazioni Unite.

D. – L’Onu raccomanda di non far arrivare armi...

R. – Certamente il flusso di armi da varie parti, in particolare anche dalla Libia, ma anche da altri Paesi della regione, è stato quello che ha portato il conflitto ad un livello militarmente molto significativo, tanto che le stesse forze governative usano l’aviazione e l’artiglieria in maniera massiccia. Questa di "non far arrivare armi" è una soluzione, ovviamente a patto che la rispettino entrambe le parti.







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