Nuovo regolamento della Prefettura degli Affari Economici: non solo vigilanza, ma
anche indirizzo e programmazione
Non solo vigilanza e controllo ma anche indirizzo e programmazione: questi i compiti
istituzionali della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, alla luce
del nuovo Regolamento, illustrati ieri ai giornalisti dal cardinale Giuseppe Versaldi,
presidente del dicastero, durante un incontro nella Sala stampa vaticana, presenti
anche mons. Lucio Ángel Vallejo Balda e Stefano Fralleoni, segretario e ragioniere
generale della stessa Prefettura. Il servizio di Roberta Gisotti:
Un briefing
con la stampa voluto nel segno della trasparenza dopo l’incontro a porte chiuse di
lunedì scorso con tutti i responsabili dei dicasteri e uffici vaticani per presentare
il nuovo Regolamento della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, promulgato
nel febbraio scorso. Così, il cardinaleVersaldi, presidente del dicastero:
“Questo
incontro ne è una prova, un incoraggiamento e anche un segnale per uno sviluppo di
questa trasparenza e comunicazione, che è importante all’interno della Chiesa, ma
anche al di fuori della Chiesa”.
Un regolamento varato per ridare “piena
valenza istituzionale” alla Prefettura degli Affari economici, “preposta - recita
l’articolo 1 - all’indirizzo e alla programmazione economica, come pure alla vigilanza
e al controllo delle Amministrazioni della Santa sede o che ad essa fanno capo, quale
che sia l’autonomia di cui esse godano”:
“Tale ritorno alla pienezza del
significato originale si è reso necessario per il fatto che, con il passare del tempo
e nella prassi, la Prefettura si era limitata ad una sola funzione, quella di controllo
e di vigilanza dei bilanci, delle amministrazioni a lei affidate, senza svolgere l’altro
compito, quello di programmazione e di indirizzo dell’intera economia della Santa
Sede, che era la ragione principale per cui il Concilio Vaticano II aveva voluto questo
organismo, dopo i mutamenti storici, che risalgono fino alla fine dello Stato pontificio,
successivamente con la stipula dei Patti Lateranensi e la loro revisione”.
Tale
recupero di operatività della Prefettura si rende tanto più necessario – ha sottolineato
il porporato - nella “particolare perdurante contingenza critica in cui versano l’economia
e la finanza mondiale entro cui la Chiesa si muove”, perché questa possa usare i grandi
beni che le derivano dalla offerte dei fedeli per sostenere la sua azione spirituale,
beni temporali e materiali “saggiamente e correttamente amministrati e debitamente
compilati, nonché chiaramente trasmessi alla considerazione sia all’interno della
Chiesa che di fronte al mondo”.
Per questo “si è chiesta – ha confidato il
cardinale Versaldi – piena comunione ed efficace collaborazione” a tutte le Amministrazioni:
“Vincendo
la tentazione, che nella Chiesa a volte si conserva, di una fiducia solo sulle persone,
trascurando che sono necessari dei procedimenti per assicurare correttezza, trasparenza
e verità. Non perché non ci fidiamo delle persone, ma perché uno dei dogmi della Chiesa
cattolica è il peccato originale. Quindi, anche l’uomo più buono può essere tentato
e c’è bisogno di organismi di controllo senza mancare alla carità, ma per favorire
la giustizia nella verità”.