India: in Orissa da 4 anni ancora in carcere 7 cristiani innocenti
Sono ancora in carcere sette cristiani innocenti, accusati nel 2008 dell'omicidio
del leader indù Laxamananda Saraswati, la cui morte scatenò i violenti pogrom dell'Orissa.
Sebbene i maoisti abbiano ammesso sempre la loro responsabilità nell'assassinio, da
quattro anni questi uomini languono nelle carceri del Kandhamal, vittime di processi
farsa, udienze rinviate di mese in mese, con giudici assenti e senza possibilità di
testimoniare la propria innocenza. Per Sajan George, presidente del Global Council
of Indian Christians (Gcic), i sette cristiani sono preda di "una giustizia mascherata",
che "minaccia vittime e testimoni" e "scagiona i veri colpevoli". La loro condizione
diventa ogni giorno più critica. Secondo quanto riferito ad AsiaNews da fratel K.J
Markose, religioso monfortiano e avvocato che si occupa della loro difesa, negli ultimi
60 giorni sono saltate più di sette udienze. Ogni volta, gli accusati giungono in
aula, il giudice non si presenta, e loro sono costretti a tornare in carcere. È accaduto
anche il 17 dicembre scorso, quando era prevista una nuova udienza. Un impiegato del
tribunale li ha rinviati al prossimo 22 dicembre. Per legge, spiega fratel Markose,
"il loro processo dovrebbe già essere concluso". Il loro caso infatti è passato per
una Fast Track Court di Phulbani. A causa del ritardo nell'emettere la sentenza, l'Alta
corte dello Stato ha aperto un nuovo processo per direttissima. Questo sarebbe dovuto
finire a settembre, con un verdetto entro due mesi, ma la sentenza non è mai arrivata.
(R.P.)