Caritas Roma, restituiamo dignità ai poveri in carcere!
"La deresponsabilizzazione
è una delle più gravi forme di violenza che possiamo esercitare verso il nostro prossimo".
Lo ricorda mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma,
presentando la campagna 'Restituiamo dignità ai poveri in carcere!", che ha lo scopo
di informare sulla situazione detentiva in Italia e nella capitale e sensibilizzare
sulle condizioni di vita indegne a cui sono costretti i cittadini poveri rinchiusi
negli istituti penitenziari. "Come Caritas, oltre a quello di rimboccarci le maniche,
abbiamo il dovere di aprire gli occhi della società sul fatto che la persona che è
rinchiusa in carcere, non è più persona, perde la sua dignità e i suoi diritti che
la Costituzione gli riconoscerebbe". "Il carcere non interessa, è scomodo" aggiunge
Daniela De Robert, presidente dell'Associazione Volontari in carcere Caritas
. "E' più facile fare demagogia sul carcere e parlare di sicurezza senza sapere cos'é,
piuttosto che mettere realmente mano alle questioni della giustizia penale". "Il carcere
è un ossimoro: è la pretesa di responsabilizzare le persone deresponsabilizzandole.
E' la pretesa di reinserire i colpevoli nella società tagliandoli fuori dal mondo.
Per i poveri il carcere è un imbuto: è molto facile entrare e molto difficile uscire".
"Che società è quella - aggiunge mons. Feroci - in cui un uomo politico come
Pannella deve ricorrere a un gesto estremo per richiamare l'attenzione su un problema
così grave? L'assurdo è che abbiamo bisogno di qualcuno che ci scuota, altrimenti
siamo incapaci di vedere, ascoltare e capire. Lo sciopero della fame e della sete
di Pannella può anche non essere condivisibile, ma la sua intenzione ci pare quella
di portare l'attenzione a questo problema non di mettere a repentaglio la vita. Oggi
come oggi le persone che escono dal carcere escono arrabbiate nei confronti della
società, più che riabilitate. L'amnistia è un atto indispensabile e necessario per
certi reati". (A cura di Fabio Colagrande)