Vietnam: conclusi i lavori della 10.ma Assemblea plenaria delle Conferenze episcopali
d'Asia
Con una solenne Messa nella cattedrale di Ho Chi Minh Ville in Vietnam e l’annuncio
del messaggio finale si sono conclusi domenica i lavori della decima Assemblea plenaria
della Federazione delle Conferenze episcopali d’Asia (Fabc), iniziati il 10 dicembre
Xuân Lộc con al centro il tema “I quarant’anni della Fabc e le sfide dell’Asia”.
Alla riunione, ospitata per la prima volta dal Vietnam, hanno partecipato oltre 100
delegati, eletti dalle 19 Conferenze episcopali membri della Fabc, insieme ai rappresentanti
di dieci associati costituiti da tre diocesi (Hong Kong e Macau in Cina, Novosibirsk
in Russia) e da sette Paesi (Kyrgyzstan, Tadjikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Mongolia,
Nepal e Timor Est), che non hanno conferenze episcopali. Numerosi e di ampio raggio
gli argomenti affrontati durante la sessione che ha preso spunto da 14 “grandi linee
di tendenza” della Chiesa in Asia elencate nel documento di lavoro: dalla globalizzazione
al rapporto con le culture; dal dialogo interreligioso al tema della libertà religiosa;
dalla lotta alla povertà alla difesa delle popolazioni indigene; dalle migrazioni
all’ecologia. Ma anche il ruolo dei laici, delle donne, dei giovani, le vocazioni
e il diffondersi delle sette pentecostali. Tutti temi che rappresentano altrettante
sfide per l’evangelizzazione in un continente dove i cattolici rappresentano appena
il 3% della popolazione complessiva. La riunione ha quindi offerto ai delegati l’occasione
per illustrare le situazioni dei rispettivi Paesi, prendere coscienza dei problemi
comuni e condividere le loro riflessioni. Ne è emerso un quadro articolato, anche
se con diversi denominatori comuni, che suggerisce strategie altrettanto articolate.
Secondo il Presidente della Conferenza episcopale del Bangladesh mons. Patrick D’Rozario,
la risposta alla sfida della nuova evangelizzazione in Asia parte dalla consapevolezza
di due realtà della società contemporanea: una cultura sempre più secolarizzata e
il “silenzioso” bisogno di spiritualità. Parlando del Bangladesh, l’arcivescovo di
Dacca ha indicato sei aree di attenzione per la Chiesa locale: le popolazioni indigene
che costituiscono la metà della popolazione cristiana in Bangladesh; la sovrappopolazione
e il controllo artificiale delle nascite; le pesanti conseguenze dei cambiamenti climatici
sul fragile tessuto socio-economico del Paese; l’annuncio del Vangelo tra i musulmani;
la promozione della dignità della donna e l’ingiustizia e la corruzione diffusa. La
globalizzazione; la diffusione di dottrine incompatibili con gli insegnamenti della
Chiesa; la promozione della famiglia; l’attenzione ai giovani: queste invece le priorità
della neo-costituita Conferenza episcopale di Timor Est, secondo quanto ha affermato
nel suo intervento il suo presidente mons. Roberto do Amaral. Sulle nuove minacce
alla missione evangelizzatrice della Chiesa in Asia rappresentata dalla secolarizzazione
si è soffermato anche il vescovo siro-malankarese indiano Thomas Mar Antonios. Per
il presidente della Conferenza episcopale indiana, card. Telesphore Toppo, quattro
sono le priorità per la Chiesa nell’Asia Meridionale: la promozione della fede cattolica
attraverso il dialogo interreligioso e l’inculturazione; l’assunzione di un ruolo
profetico da parte della Chiesa di fronte al diffondersi di tendenze e pratiche contrarie
all’etica come la contraccezione, l’aborto e l’eutanasia; evangelizzare preservando
le identità culturali locali e l’attenzione pastorale alle popolazioni tribali ed
indigene. Sempre a proposito di inculturazione, l’arcivescovo siro-malabarese di Tellicherry,
George Valiamattam ha sottolineato, da parte sua, il grande contributo che possono
dare all’evangelizzazione del continente la Chiesa siro-malabarese e le altre Chiese
di rito orientale. L'arcivescovo giapponese di Nagasaki, mons. Joseph Mitsuaki Takami,
ha sottolineato, da parte sua, la necessità di un maggiore impegno della Fabc nel
dialogo interreligioso e il ruolo delle piccole comunità ecclesiali nelle terre di
missione. Anche per il presidente della Conferenza episcopale thailandese, mons. Louis
Chamniern Santisukniran, il dialogo interreligioso è un “perfetto strumento per la
nuova evangelizzazione”. E dell’importanza del dialogo con le religioni e con le culture,
soprattutto nel nuovo contesto della globalizzazione e della secolarizzazione, ha
parlato nel suo intervento anche il presidente dei vescovi vietnamiti, mons. Peter
Nguyen Van Non. Il vescovo di Cheju Peter Kang U-Il, alla guida dell’Episcopato sud-coreano,
ha sottolineato invece la necessità di una più stretta collaborazione e solidarietà
tra le Chiese in Asia. Il presidente della Conferenza episcopale del Kazakhstan, mons.
Tomasz Peta, l’arcivescovo di Astana, ha invocato una maggiore “spiritualità di comunione”
dei vescovi del continente attraverso la preghiera. Per il segretario generale della
Conferenza episcopale pakistana mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad-Rawalpindi,
nei Paesi in cui i cristiani sono una piccola minoranza come in Pakistan, occorre
puntare sulla catechesi, la formazione del clero e dei religiosi e la promozione delle
vocazioni. Sulla stessa linea il card. Malcolm Ranjith, presidente della Conferenza
episcopale dello Sri Lanka per il quale “l’evangelizzazione degli evangelizzati” è
fondamentale. La pubblicazione del documento finale con le conclusioni dell’assemblea
della Fabc è atteso nei prossimi giorni. (A cura di Lisa Zengarini)