Via libera di Israele a 1500 nuove case a Gerusalemme est. Irritazione dell'Anp
Israele ha annunciato il proseguimento del suo piano di espansione a Gerusalemme est.
Saranno, infatti, costruiti altri 1500 nuovi insediamenti. Un annuncio che ha provocato
l’irritazione dell’Autorità Nazionale Palestinese che ha chiesto l’intervento del
Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Benedetta Capelli:
Millecinquecento
nuove case saranno costruite a Ramat Shlomo, un quartiere di Gerusalemme est. Duecento
abitazioni in meno rispetto al progetto iniziale. Si tratta di un’altra fase della
politica espansionistica di Israele – fanno sapere fonti ufficiali – che già aveva
approvato nelle scorse settimane la costruzione di altri 3mila nuovi alloggi. Il piano,
congelato nel 2010, era stato ripreso dopo il riconoscimento della Palestina come
stato osservatore e non membro dell’Assemblea generale dell’Onu. E al Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite l’Autorità Nazionale Palestinese ha minacciato di ricorrere
dopo il nuovo annuncio. Intanto ieri Abu Mazen, dopo il colloquio con il Papa in Vaticano,
ha avuto una serie di incontri istituzionali. In una nota, il presidente dell’Anp
e il premier italiano Monti hanno condannato i progetti abitativi di Israele ed affermato
che è necessario consolidare la tregua a Gaza per far ripartire il processo di pace.
L’Anp – ha chiarito Abu Mazen – è pronta a negoziati diretti ma solo se lo Stato ebraico
fermerà la costruzione di nuovi insediamenti e scongelerà i finanziamenti a favore
della Palestina. Monti, da parte sua, ha ribadito la necessità che l’Anp si impegni
a non ricorrere alla giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale proprio per
la politica espansionistica israeliana.