Congo: la Corte Penale Internazionale assolve Mathieu Ngudjolo Chui
Mathieu Ngudjolo Chui, ex capo della milizia armata nella Repubblica Democratica del
Congo, è il primo imputato assolto nei 10 anni di storia della Corte Penale Internazionale
(Cpi). Era accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per la strage
di Bogoro, un villaggio congolese in cui nel 2003 vennero uccise circa 200 persone.
Questa mattina il presidente della Corte, il giudice Bruno Cotte, ha letto la sentenza
che assolve Ngudjolo da tutte le accuse, dichiarando che “non si è riusciti a dimostrare
oltre ogni ragionevole dubbio che l’imputato fosse responsabile” dei crimini commessi,
anche a causa di testimonianze “troppo contraddittorie e annebbiate”. Nelle motivazioni
della sentenza, i giudici hanno sottolineato che l’assoluzione all’unanimità di Ngudjolo
non significa che a Bogoro non siano stati commessi crimini, “né viene messa in discussione
la sofferenza delle persone di quella comunità in quell’occasione”. Ngudjolo si era
sempre dichiarato estraneo ai fatti, sostenendo di aver saputo dell’attacco al villaggio
alcuni giorni dopo la strage. L’accusa, rappresentata dall’avvocato Besnouda, è ricorsa
in appello contro la decisione della Corte di richiedere l’immediato rilascio di Ngudjolo.
Human Rights Watch ha commentato dichiarando che “il verdetto lascia le vittime di
Bogoro e di altri massacri senza giustizia per la loro sofferenza”, mentre Geraldine
Mattioli-Zeltner, direttore dell’International Justice Program, sostiene che la Cpi
abbia bisogno di “rafforzare le sue indagini sui responsabili dei gravi crimini commessi
a Bogoro e in tutta la provincia di Ituri, tra cui funzionari di alto rango in Congo,
Rwanda e Uganda che hanno sostenuto i gruppi armati che combattono in queste zone”.
(L.P.)