Sud Corea: la Chiesa chiede a conservatori e progressisti di essere al servizio dell’uomo
Gli insegnamenti sociali della Chiesa "sono la strada da seguire per costruire una
società più giusta anche in campo politico. Le differenze sono costruttive se non
vengono usate come armi da puntarsi addosso: i fedeli lo devono tenere sempre in mente".
Lo scrive mons. Mattia Ri Iong-hoon - presidente della Commissione episcopale Giustizia
e Pace e vescovo di Suwon - in un documento pubblicato in occasione della seconda
Settimana per la dottrina sociale della Chiesa e ripreso dall'agenzia AsiaNews. Nel
testo - intitolato "Tutte le ideologie dovrebbero basarsi sull'amore per gli esseri
umani e per la comunità" - il vescovo sottolinea come la società coreana "sia reduce
da confronti e conflitti in ogni area, che si verificano ancora oggi. Politica, economia,
ambiente sono temi che le prossime elezioni presidenziali hanno riportato nel dibattito
quotidiano e che dividono con forza la popolazione". Tuttavia, aggiunge, "le divisioni
fra conservatori e progressisti sono naturali. Queste due fazioni si completano in
maniera reciproca, ma devono imparare a vivere insieme: solo così avremo un vero sviluppo
politico e sociale. La disputa deve però cambiare volto, non può più essere incentrata
su egoismo e auto-referenzialità: bisogna partire da un pensiero ragionevole e camminare
sul sentiero della speranza". Per mons. Ri "i fedeli, a qualunque parte politica
appartengono, devono superare i conflitti ideologici e lavorare per una maggiore attuazione
degli insegnamenti sociali della Chiesa. Sono questi che rivelano le verità immutabili
della società e che spiegano le misure utili all'evangelizzazione. Al momento del
voto, si dovrà eleggere dunque un presidente che come primo valore ha in mente il
rispetto della dignità umana e il bene comune, un umile servitore del popolo". Le
elezioni presidenziali sono previste domani. A contendersi i voti sono rimasti la
conservatrice Park Geun-hye, figlia dell'ex dittatore militare della Corea del Sud
e fautrice di una politica "dura" con Pyongyang, e Moon Jae-in, democratico e cattolico
praticante, che predica invece un atteggiamento dialogico all'esterno e riformista
rispetto alla situazione economica interna. (R.P.)