2012-12-17 12:54:20

Il Papa agli Olimpionici: siate testimoni di buona umanità, no a scorciatoie come il doping


Al Palazzo Apostolico, stamani, si è rivissuto il clima delle Olimpiadi di Londra. Il Papa ha, infatti, ricevuto una delegazione del Comitato Olimpico Italiano, con gli atleti medagliati ai Giochi di quest’anno. Il Papa ha esortato gli olimpionici e paralimpionici ad essere testimoni di umanità prima ancora che campioni negli stadi. Quindi, li ha invitati a non prendere mai scorciatoie come il doping. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal presidente del Coni, Gianni Petrucci. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Lo sport è un “bene educativo e culturale” che aiuta l’uomo “a comprendere il valore profondo della sua vita”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che, parlando agli atleti delle Olimpiadi di Londra, li ha esortati a impegnarsi prima ancora che sul terreno dell’agonismo su quello delle “qualità umane”. A voi atleti, ha detto, “non è stato chiesto solo di competere e ottenere risultati”:

“Ogni attività sportiva, sia a livello amatoriale che agonistico, richiede la lealtà nella competizione, il rispetto del proprio corpo, il senso di solidarietà e di altruismo e poi anche la gioia, la soddisfazione e la festa”.

Tutto ciò, ha osservato, “presuppone un cammino di autentica maturazione umana”, fatta di “rinunce, di tenacia, di pazienza” e “umiltà”. Ed ha ricordato come già il Concilio Vaticano II abbia sottolineato l’importanza di una “cultura dello sport fondata sul primato della persona umana; uno sport al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio dello sport”:

“La Chiesa si interessa di sport, perché le sta a cuore l’uomo, tutto l’uomo, e riconosce che l’attività sportiva incide sull’educazione, sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualità”.

Lo testimonia, ha constatato, la presenza di spazi sportivi negli oratori e le "associazioni di ispirazione cristiana”. Ed ha aggiunto che l’atleta che vive integralmente la propria esperienza “si fa attento al progetto di Dio sulla sua vita”. Quindi, il Papa ha invitato gli atleti a compiere la missione di essere dei “campioni-testimoni”, essere “validi modelli da imitare”:

“La pressione di conseguire risultati non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato”.

D'altro canto, ha aggiunto, lo sport può educare anche all’“agonismo spirituale”, un obiettivo ancora più importante in questo Anno della fede. Ogni giorno, ha detto, gli atleti sono chiamati a far “vincere il bene sul male, la verità sulla menzogna, l’amore sull’odio, e questo prima di tutto in se stessi”:

“Pensando poi all’impegno della nuova evangelizzazione, anche il mondo dello sport può essere considerato un moderno ‘cortile dei gentili, cioè un’opportunità preziosa di incontro aperta a tutti, credenti e non credenti dove sperimentare la gioia e anche la fatica di confrontarsi con persone diverse per cultura, lingua e orientamento religioso”.

Il Papa ha così concluso il suo intervento ricordando la luminosa figura del Beato Pier Giorgio Frassati, “giovane che univa in sé la passione per lo sport” e la “passione per Dio”. Essere cristiani, ha detto, significa “amare la vita, amare la natura, ma soprattutto amare il prossimo, in particolare le persone in difficoltà”.

Sulle parole del Papa, Davide Dionisi ha raccolto a caldo, subito dopo l’udienza, le impressioni di Ilaria Salvatori, fiorettista medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra 2012:RealAudioMP3

R. – Ha parlato di valori sportivi, che si sposano con i valori cristiani. Ha parlato di sacrificio, tutti elementi a noi familiari. E’ una grande emozione: io non ero mai stata così a contatto e così vicina al Santo Padre. Ho avuto la possibilità di stringergli la mano. E’ stato molto bello.

D. – Vi ha chiesto, per quanti vi ammirano, di essere validi modelli da imitare…

R. – Sì, assolutamente sì: validi modelli per i giovani, nel rispetto di quelle che sono le regole dello sport e di non intraprendere scorciatoie sbagliate come nel caso del doping.

D. – Che aria si respirava in Sala Clementina questa mattina?

R. – Devo dire che ho visto molte facce commosse. Noi eravamo sicuramente felici. Felici perché era un bel momento, ma anche un po’ tesi. C’era la paura di non saperci presentare nel giusto modo e di non essere all’altezza. Invece, il Papa è stato molto, molto carino con noi e ci ha messo a nostro agio.

Evitare “scorciatorie” come il doping: è questa una delle esortazioni di Benedetto XVI agli atleti incontrati questa mattina. Il commento del presidente della federazione italiana nuoto (Fin), Paolo Barelli, al microfono di Davide Dionisi:RealAudioMP3

R. – I valori dello sport: quindi non soltanto quelli di giungere primi, ma di comportarsi in maniera corretta, usare lo spirito di sacrificio come elemento di costruzione del proprio spirito e della propria persona. Un discorso emozionante, com’è sempre emozionante essere di fronte al Santo Padre.

D. – Ai dirigenti e agli allenatori ha chiesto di essere testimoni di buona umanità, cooperatori con le famiglie e le istituzioni formative dell’’educazione dei giovani…

R. – Credo sia una missione che si sposi appieno con quelli che sono i valori intrinseci dello sport, che sono lo stare assieme, l’avere rispetto del prossimo e il vivere anche in comunità, ovvero i valori fondamenti della famiglia.

D. – Un passaggio importante lo ha fatto anche sul doping…

R. – Certo. Ogni strada e ogni scorciatoia per giungere a un risultato, che sia dello spirito o che sia materiale, non deve essere presa. Questo non va fatto. Non esistono scorciatoie. Bisogna essere corretti e leali come indicano i principi fondanti dello sport.







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