10 proposte dell’Ugl per difendere la famiglia e superare la crisi
Dieci proposte per valorizzare e difendere la famiglia attraverso strategie trasversali,
dal lavoro alla casa, dal welfare al fisco. A lanciarle è l’Unione Generale del Lavoro
(Ugl) nel documento programmatico presentato ieri ed intitolato “La Famiglia oltre
la crisi. Dieci obiettivi per tante buone pratiche”. L’organizzazione sindacale auspica,
in particolare, misure in grado di aiutare i giovani che, a causa di una condizione
lavorativa precaria, hanno difficoltà a formare una famiglia. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Nell’attuale
fase di grave incertezza sociale ed economica, rafforzare il ruolo della famiglia
significa soprattutto ridefinire un modello di welfare che sia equo ed inclusivo.
Il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella:
“Riteniamo che
in questo momento non ci sia una politica vera a favore della famiglia per far crescere
le famiglie. Anche nel caso di un marito e una moglie che vogliono avere figli, se
non c’è un’abitazione, se non c’è una politica per loro, credo che mai riusciremo
a favorire la crescita di questo Paese”.
Nel documento l’Ugl chiede l’avvio
di un piano nazionale per aumentare la disponibilità alloggiativa e misure adeguate
per conciliare i tempi della vita familiare con quelli del lavoro. Si ricorda poi
l’urgenza di servizi socio assistenziali più efficienti, anche attraverso l’introduzione
della figura del tutor familiare, e di incentivi fiscali per favorire l’inserimento
e il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro. Altre priorità sono l’adozione
di programmi formativi mirati sulle esigenze della famiglia e dello studente e l’apertura
di centri sociali comuni per giovani ed anziani. Tra gli obiettivi indicati dall’Ugl,
anche uno sviluppo sostenibile attraverso le energie rinnovabili, lo stanziamento
di risorse a sostegno delle famiglie povere ed immigrate ed un maggior coordinamento
delle forze di polizia per ridurre il drammatico fenomeno della violenza domestica.
L’organizzazione sindacale propone infine l’adozione di un quoziente familiare per
rendere il fisco più equo. La responsabile del Dipartimento della Famiglia, Politiche
dei diritti e delle Pari opportunità dell’Ugl, Loretta Civili:
“Proponiamo
l’adozione di un quoziente familiare ‘pesato’, che somma tutti i redditi familiari
e assegna però un coefficiente diverso ai singoli componenti del nucleo familiare,
nel caso in cui percepiscano un reddito. In questo modo, si riesce ad assicurare una
ridistribuzione della ricchezza, soprattutto a favore dei nuclei familiari più numerosi.
Il quoziente familiare è una realtà già in molti Paesi del mondo ad iniziare da Francia,
Irlanda, ma anche Germania, Belgio e Stati Uniti. A titolo esemplificativo, per capire
meglio gli effetti positivi di questa riforma, possiamo considerare una famiglia dove,
per esempio, lavora solo un coniuge come dipendente e che ha un reddito lordo di 31.500
euro con due figli a carico. In questo caso, il beneficio arriva fino a 2 mila euro.
Se invece nella famiglia sono in due a lavorare e i figli sono sempre due, il beneficio
può arrivare fino a 2.800 euro. Anche il pensionato che vive da solo, comunque, con
l’applicazione del quoziente familiare riesce ad avere un guadagno. Mediamente, ha
un vantaggio di 100 euro. Riteniamo che questa misura sia veramente quella che possa
permettere di avere un fisco più equo e a misura di famiglia”.
Secondo
dati Istat, è povero l’11,1% delle famiglie italiane. Nelle regioni meridionali è
povera quasi una famiglia su quattro. Ultimo aggiornamento: 18 dicembre