2012-12-15 16:12:15

"Prima le mamme e i bambini": l'impegno del Cuamm per l'Africa


In molte zone del mondo, ancora troppe donne muoiono di parto, e i loro figli sono i primi a subire le conseguenze di questa drammatica perdita. "Prima le mamme e i bambini", è il progetto della Ong Medici con l'Africa – Cuamm, pensato per garantire un parto sicuro alle donne africane e l’assistenza ai neonati. Un bilancio del primo anno è stato presentato all'Università Cattolica del Sacro Cuore, a Roma. Per noi c'era Davide Maggiore:RealAudioMP3

Angola, Etiopia, Tanzania e Uganda sono i Paesi coinvolti nel progetto. Qui i tassi di mortalità materna sono tra i più alti al mondo: in Angola per dare alla luce il proprio figlio muoiono 14 donne su 1000, in Etiopia 7, in Uganda 5, in Tanzania 9. In questi contesti i “Medici con l’Africa” del Cuamm collaborano con le diocesi e i governi locali a favore delle future mamme, garantendo formazione del personale, disponibilità dei farmaci, parti assistiti e gratuiti. In questo impegno ha un ruolo importante anche la fede cristiana. Lo spiega don Dante Carraro, direttore del Cuamm:

"Il Vangelo ci dice: 'E’ il Dio con noi', allora quel con per noi diventa il motore principale, il carburante necessario, la spinta propulsiva che ci anima, che ci sostiene in ogni difficoltà, quelle grandi e quelle piccole".

E dell'essere con l'Africa il Cuamm ha fatto un punto fermo. Ascoltiamo ancora don Carraro:

Questo programma non vogliamo farlo da soli. Primo perché sarebbe impossibile, ma secondo anche perché è solo mettendo insieme le risorse che si riesce ad aggredire questo problema. Noi non andiamo lì a fare qualcosa per loro, ma andiamo lì a fare qualcosa insieme a loro: camminando ragionando, affrontando le difficoltà, pensando al futuro con loro.

Dopo il primo dei cinque anni previsti per il progetto sono già stati raggiunti risultati significativi: sono stati oltre 20 mila i parti assistiti, e 40 mila le visite pre-natali. Lo spiega il dottor Giovanni Putoto, responsabile della programmazione di “Medici con l’Africa – Cuamm”, che si concentra anche sulle priorità future:

"Bisogna continuare ad aumentare il numero dei parti assistiti, facilitare l’accesso soprattutto alle donne delle famiglie più povere: bisogna individuarle, convincerle, sostenerle. Il punto è quello di rafforzare ulteriormente la qualità delle prestazioni, perché in tutti i posti del mondo, la donna che partorisce sa valutare molto bene se riceve un’assistenza di qualità o meno".

Nel progetto – che coinvolge quattro ospedali diocesani e 22 centri di salute nei diversi Paesi - è importante il ruolo delle Chiese locali, come testimonia mons. Giuseppe Franzelli, vescovo di Lira in Uganda:

"L’ospedale diocesano di Aber è nato dall’opera dei missionari. In questo senso si è inserito il Cuamm, per rafforzare quest’opera di salute. Per noi è la continuazione dell’evangelizzazione nella Chiesa, l’opera di Cristo che si prende cura di tutto l’uomo, anima e corpo".

Fornire assistenza sanitaria è anche agire a favore dello sviluppo dei paesi interessati. A sottolineare questo nesso è mons. Robert Vitillo, officiale di Caritas Internationalis:

"Un nesso molto stretto: bisogna non solo concentrare i servizi sanitari nei centri sanitari; però anche andare nella comunità. Bisogna educare la gente alla base della comunità ed anche formare gli agenti sanitari nella comunità, per identificare i problemi più gravi".







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