2012-12-15 15:19:22

Bhatti sul caso Asia Bibi: con il dialogo, soluzione della vicenda


Occorre promuovere un dialogo e un confronto con la comunità musulmana in modo da “giungere a un perdono” e far uscire la donna dal carcere in sicurezza. Così Paul Bhatti, consigliere speciale del premier pakistano per l’Armonia nazionale, con il grado di ministro federale, intervistato da AsiaNews esprime la propria opinione sul caso di Asia Bibi, la donna cattolica con cinque figli detenuta in Pakistan con l’accusa di blasfemia. Bhatti, fratello del ministro per le Minoranze ucciso dai fondamentalisti islamici nel marzo 2011, torna sull’argomento in vista del Natale: “Essere cristiani non significa appartenere all’Occidente – dice spiegando qual è l’opinione condivisa nel Paese – si deve lavorare al contempo per evitare che si ripetano gli abusi commessi in nome della legge sulla blasfemia”. Bhatti ha inoltre ribadito la necessità di far emergere i “valori comuni” nell’impegno per il dialogo interreligioso e di schierarsi in “difesa dell’essere umano” anche denunciando le storture di una legge, quella sulla blasfemia. Legge che viene “spesso abusata per dirimere controversie personali o per vendetta”. Non scontri frontali, dunque, ma dialogo; un dialogo che, se portato avanti con pazienza, dà i suoi frutti: “In passato mi giudicavano una spia dell’Occidente, oggi la situazione è molto cambiata – aggiunge – l’approccio è cambiato e ciò è fonte di speranza, perché solo dialogando e confrontandosi è possibile risolvere assieme i problemi”. Infine Bhatti ha offerto il proprio aiuto alla famiglia di Asia Bibi, il cui dramma a volte è stato sfruttato da alcune Ong con finalità commerciali: “Ma devono farmi una richiesta ufficiale – avverte – altrimenti non ho titolo per intervenire”. (R.B.)







All the contents on this site are copyrighted ©.