2012-12-14 12:26:59

Congo: disperata la situazione dei profughi. Stallo dei negoziati in Uganda


Resta quanto mai incerta da un punto di vista politico, la situazione nella Repubblica Democratica del Congo e in particolare dell’area del Nord Kivu. Dopo il ritiro, avvenuto il primo dicembre scorso, dei ribelli del movimento M23 da Goma per stabilirsi a una decina di km nella località di Kanyaruchinya, sono stati aperti, tra le parti, negoziati di pace a Kampala, in Uganda, che tuttavia stentano a decollare. Il movimento, infatti, chiede come condizioni le dimissioni del presidente Kabila e un governo di transizione, di cui far parte, in attesa di organizzare nuove elezioni. Kinshasa, da parte sua – precisa Misna – acconsente solo di verificare lo stato di applicazione degli accordi firmati nel 2009 con la milizia Cndp, nucleo fondatore dell’M23. Tra la gente, intanto, serpeggia l’incertezza: i colloqui in Uganda vengono seguiti a distanza e con scarso interesse; i negozi iniziano a riaprire, ma nelle città circolano pochi soldi a causa dei timori per il futuro. Grande preoccupazione, inoltre, desta nella popolazione la presenza dell’esercito ruandese in territorio congolese: nella regione, infatti, sarebbe operativo un “Meccanismo congiunto di verifica delle frontiere” tra i due Paesi che dovrebbe attivarsi, però, solo dietro richiesta della Conferenza internazionale della regione dei Grandi Laghi. Disperata, poi, è la situazione dei profughi: secondo gli ultimi dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il numero totale degli sfollati si attesta sui 914mila, ospitati in 19 campi; tra questi, inoltre – specifica l’Unicef – ci sono almeno 750 bambini rimasti senza casa e senza famiglia. Dalla data del ritiro dei ribelli, infine, solo 27mila persone hanno tentato di rientrare nelle loro abitazioni nel territorio di Rutshuru. Sempre in Uganda, ma a Entebe, da ieri sono riuniti esponenti della società civile del Nord Kivu, del Sud Kivu e della Provincia Orientale, nel tentativo di dare un contributo alla pace e in cerca di “soluzioni alle guerre dell’est”. Una nuova proposta concreta per risolvere la crisi è venuta, invece, dallo Zimbabwe che ha offerto la propria disponibilità a contribuire con alcune centinaia di uomini alla forza d’appoggio che la Comunità di sviluppo dell’Africa australe intende inviare in Congo. (R.B.)







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