Congo: disperata la situazione dei profughi. Stallo dei negoziati in Uganda
Resta quanto mai incerta da un punto di vista politico, la situazione nella Repubblica
Democratica del Congo e in particolare dell’area del Nord Kivu. Dopo il ritiro, avvenuto
il primo dicembre scorso, dei ribelli del movimento M23 da Goma per stabilirsi a una
decina di km nella località di Kanyaruchinya, sono stati aperti, tra le parti, negoziati
di pace a Kampala, in Uganda, che tuttavia stentano a decollare. Il movimento, infatti,
chiede come condizioni le dimissioni del presidente Kabila e un governo di transizione,
di cui far parte, in attesa di organizzare nuove elezioni. Kinshasa, da parte sua
– precisa Misna – acconsente solo di verificare lo stato di applicazione degli accordi
firmati nel 2009 con la milizia Cndp, nucleo fondatore dell’M23. Tra la gente, intanto,
serpeggia l’incertezza: i colloqui in Uganda vengono seguiti a distanza e con scarso
interesse; i negozi iniziano a riaprire, ma nelle città circolano pochi soldi a causa
dei timori per il futuro. Grande preoccupazione, inoltre, desta nella popolazione
la presenza dell’esercito ruandese in territorio congolese: nella regione, infatti,
sarebbe operativo un “Meccanismo congiunto di verifica delle frontiere” tra i due
Paesi che dovrebbe attivarsi, però, solo dietro richiesta della Conferenza internazionale
della regione dei Grandi Laghi. Disperata, poi, è la situazione dei profughi: secondo
gli ultimi dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il numero
totale degli sfollati si attesta sui 914mila, ospitati in 19 campi; tra questi, inoltre
– specifica l’Unicef – ci sono almeno 750 bambini rimasti senza casa e senza famiglia.
Dalla data del ritiro dei ribelli, infine, solo 27mila persone hanno tentato di rientrare
nelle loro abitazioni nel territorio di Rutshuru. Sempre in Uganda, ma a Entebe, da
ieri sono riuniti esponenti della società civile del Nord Kivu, del Sud Kivu e della
Provincia Orientale, nel tentativo di dare un contributo alla pace e in cerca di “soluzioni
alle guerre dell’est”. Una nuova proposta concreta per risolvere la crisi è venuta,
invece, dallo Zimbabwe che ha offerto la propria disponibilità a contribuire con alcune
centinaia di uomini alla forza d’appoggio che la Comunità di sviluppo dell’Africa
australe intende inviare in Congo. (R.B.)