Appelli umanitari 2013. Michel Roy, Caritas Internationalis: con l'Onu e il Pam nel
mondo di chi soffre
L’Onu ha richiesto 8,5 miliardi di dollari per finanziare, nel 2013, i suoi programmi
di aiuti umanitari per circa 51 milioni di persone coinvolte nelle 16 maggiori crisi
umanitarie del mondo. Ieri, a Roma c’è stata la conferenza stampa sugli Appelli umanitari
globali del 2013. A intervenire esponenti del Programma alimentare mondiale e delle
Nazioni Unite. Per Caritas Internationalis c’era il segretario generale, Michel
Roy. Debora Donnini l’ha intervistato:
R. – Il messaggio
principale è che veramente servono soldi per fare tutto il necessario per venire in
aiuto di persone molto vulnerabili, specialmente in caso di conflitti o di catastrofi
naturali.
D. – I tre Paesi più colpiti sono Somalia, Sudan e Sud Sudan: è così?
R.
– Sì, il Corno d’Africa. In Somalia, c’è una prospettiva positiva. Adesso, c’è un
nuovo governo e l’Onu vuole appoggiarne le iniziative. In Sudan, la crisi nel Darfur
con i suoi 10 anni di guerra non è ancora finita: c’è tanta gente che ha bisogno di
un sostegno diretto per quanto riguarda il cibo. C’è la guerra nei Monti Nuba, che
non finisce mai…
D. – Tra le 16 maggiori crisi umanitarie da affrontare nel
2013, quali sono gli altri Paesi coinvolti?
R. – La Repubblica Democratica
del Congo, il Kenya, il Ciad, il Mali, il Niger, il Burkina Faso, l’Africa Centrale
e la Mauritania. Poi, ci sono ancora l’Afghanistan, Haiti e le Filippine e lo Yemen.
D.
– Un discorso a parte, invece, è stato fatto sulla Siria…
R. – Sì, la Siria
non fa parte dei Paesi dell’appello, ma a gennaio ci sarà un appello per la Siria,
dalle Nazioni Unite. La situazione è molto preoccupante: ci sono milioni di persone
sfollate e tanti rifugiati, in numero crescente, nei Paesi vicini. Sarebbe opportuno
che la comunità internazionale riflettesse sulle modalità per avviare negoziati che
portino alla fine di questa guerra. Se si continua come adesso, la tragedia sarà ancora
più grande. Le Nazioni Unite hanno deciso di lanciare un appello consolidato, ma stanno
già operando. Il Pam già interviene.
D. – La Caritas Internationalis cosa chiede?
R.
– La Caritas Internationalis come prima considerazione riconosce l’importanza di lavorare
insieme, della complementarietà tra ciò che la comunità internazionale attua insieme
con le Nazioni Unite e ciò che si fa localmente, cioè l’importanza degli attori locali.
Inoltre, non si può intervenire sempre per lavorare sulle conseguenze di una crisi,
si deve lavorare di più per fermare le ragioni che causano le crisi.