Uganda. Il card. Filoni invita i laici di Gulu alla santità e alla riconciliazione
“Non posso fare a meno di esprimere a voi, cari fratelli e sorelle, tutto il mio apprezzamento
per il servizio disinteressato che rendete così bene a Cristo e alla Chiesa attraverso
il vostro insegnamento del catechismo, la vostra apertura caritatevole verso i più
bisognosi, la vostra educazione dei giovani, la vostra riconciliazione tra le famiglie
o i gruppi divisi, la vostra assistenza agli anziani, il vostro aiuto nelle parrocchie,
e il vostro aiuto con le liturgie domenicali; in breve, la vostra dedizione attraverso
ogni forma di apostolato e di animazione missionaria. Siate sempre uomini e donne
di bontà, di riconciliazione, di santità della vita cristiana, e di pace”. Questa
l’esortazione che il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli,
il card. Fernando Filoni, ha rivolto ieri mattina ai fedeli laici della prefettura
ecclesiastica di Gulu, in Uganda, durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto
nella cattedrale della diocesi di Arua per il centenario dell’evangelizzazione. Alla
festa giubilare di Arua - riporta l'agenzia Fides - si sono infatti unite le altre
circoscrizioni che compongono la provincia ecclesiastica di Gulu, che hanno da poco
commemorato anch’esse la ricorrenza: l’arcidiocesi di Gulu (2011) e le diocesi di
Lira (2011) e Nebbi (2010). Salutando i vescovi e i sacerdoti presenti, il cardinale
ha ringraziato dell’invito a partecipare “a questo Centenario dell’evangelizzazione
di questa terra benedetta, dove santi missionari, religiosi e religiose, hanno letteralmente
speso la loro vita per far nascere questa Chiesa ad Arua. Non possiamo permettere
che questo Centenario speciale passi senza fermarci a riflettere, a pregare e a ringraziare
Dio, con un senso di gratitudine per tutti coloro che hanno portato il Vangelo in
questo luogo. Noi siamo gli eredi di quella grande opera di evangelizzazione che ora
è nelle nostre mani. Noi, che amiamo il Battesimo che abbiamo ricevuto, abbiamo il
sacro dovere di continuare il loro lavoro, ciascuno secondo la chiamata e la grazia
affidataci da Dio, come vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici”. Nella
sua omelia il card. Filoni si è soffermato in particolare a riflettere sul tempo liturgico
dell’Avvento: “All'inizio di ogni nuovo ciclo annuale, la sacra liturgia invita la
Chiesa a rinnovare il suo annuncio divino a tutti i popoli, e lo riassume in due parole:
‘Dio viene’… Non è al passato (Dio è venuto), né al tempo futuro (Dio verrà). Piuttosto
è al tempo presente: ‘Dio viene’, questo implica un presente continuo, cioè, un atto
sempre continuo: è successo, sta succedendo ora, e accadrà anche in futuro. In tutti
questi momenti ‘Dio viene’. Proclamare semplicemente queste due parole equivale ad
annunciare Dio stesso, che è essenzialmente il ‘Dio-che-viene’. Il tempo di Avvento
- ha detto il card. Filoni - invita tutti i credenti a diventare più consapevoli di
questa verità e ad agire di conseguenza”. (R.P.) Ultimo aggiornamento: 14 dicembre
2012