2012-12-13 13:06:58

Madagascar: le ostetriche tradizionali aiutano a salvare le partorienti


Il Madagascar si trova ad affrontare una triplice sfida: rapido incremento demografico, crescente povertà e instabilità politica. E’ quanto emerge dal rapporto del Fondo delle Nazioni Unite (Unfpa) sullo Stato dell’Ostetricia nel mondo. Nel Paese africano ci sono circa 3 mila centri sanitari, ma molti sono in stato di abbandono o chiusi a causa della crisi politica. Ci sono solo 4 ostetriche professioniste ogni 1000 nati vivi e, nonostante vi siano 21 scuole di ostetricia, dove si insegnano le norme igieniche per partorire e far fronte ad eventuali complicazioni, il numero di laureati non soddisfa il fabbisogno. In molte aree del Paese - riferisce l'agenzia Fides - le donne fanno affidamento su levatrici tradizionali, conosciute come ‘matrone’ che, spesso, vengono accusate di non essere in grado di far fronte alle complicazioni, minacciano il parto sicuro o fanno partorire in ambienti malsani. Tuttavia nel Centre Sante de Base (CSB II) a Betraka, un piccolo villaggio 50km a nord della città costiera di Manakara, attualmente le matrone vengono reclutate per una campagna a favore del parto in clinica o in ospedale, con l’obiettivo di ridurre il tasso di mortalità materno e neonatale. Per far fronte alle precarie infrastrutture e alla mancanza di personale qualificato soprattutto nelle province, il governo del Madagascar ha fatto della salute materna e neonatale una priorità assoluta. Nel 2008 ha lanciato un piano nazionale che prevede assistenza sanitaria gratuita alla nascita, compresi i costosi parti cesarei, oltre all’incremento di personale ostetrico competente. Molte zone sono ancora lontane da questo obiettivo e, convincendo le ‘matrone’ a promuovere il parto negli ospedali, gli operatori sanitari hanno trovato un alleato prezioso. (R.P.)







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