In una scuola francese
un professore ha assegnato a ragazzi di 13-14 anni un tema sul suicidio invitandoli
ad immaginarsi alla maggiore età, di procurarsi la morte, di spiegarne le ragioni.
Critiche da genitori e altri insegnanti. "Chiedere ai ragazzi di proiettarsi nel
futuro può essere interessante ma chiedere loro di ipotizzare una rottura di questo
futuro è troppo delicato", così Clio Visaggio, psicologa nel liceo Petrarca di Trieste,
città dove inspiegabilmente negli ultimi quattro mesi si sono verificati due suicidi
di giovani studenti adolescenti. "Bisogna sottolineare con forza che a quell'età
il suicidio non è mai una scelta. E' un momento di lucida follia che non lascia
via di uscita. Il messaggio che dovrebbero diffondere gli adulti è che altre possibilità
al disagio ci sono sempre. E' necessario un forte lavoro di prevenzione, non provocare
con temi come questo". A commentare l'episodio anche Laura Turconi, insegnante
di Lettere in un liceo classico romano: "Forse dietro una scelta tematica di questo
genere ci poteva essere un riferimento letterario ad alcuni autori della letteratura
francese, ma pretendere questo esercizio è una forzatura". "Gli adolescenti alternano
momenti depressivi a momenti euforici - spiega lo psicologio dell'età evolutiva
Ezio Aceti -. Indurli a pensare in negativo il loro futuro comporta alimentare
una immagine di sé negativa, basterebbe questo elemento a considerare il gesto
deprecabile e irresponsabile. Ricaviamo invece da questa vicenda l'appello soprattutto
alle famiglie a coltivare spazi di speranza e di senso". (di Antonella Palermo)