2012-12-12 15:31:08

"Si gioca a fare Dio": così la Cattolica sul rinvio alla Consulta della legge 40


Il Tribunale di Firenze ha rinviato la Legge 40 alla Consulta, sollevando questione di costituzionalità in merito al divieto di utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati e alla irrevocabilità del consenso della donna ai trattamenti di procreazione ssistita dopo la fecondazione dell'ovocita. Secondo l’Associazione Scienza e Vita, “ancora una volta si è scelta la via giudiziaria per tentare di minare la Legge 40 e i fondamenti antropologici su cui si basa l’Italia”. Alessandro Guarasci ha chiesto l'opinione del direttore dell'Istituto di Bioteca della Cattolica di Roma, Antonio Spagnolo:RealAudioMP3

R. - La stessa legge prevede che il consenso possa essere revocato, fin quando non c’è una situazione di irreversibilità, cioè quando è iniziato uno dei soggetti che la legge stessa tutela: l’embrione. Allora, irreversibilità significa che io prima chiedo di poter iniziare un procedimento che porta all’inizio di una vita e dopo chiedo che questa stessa vita venga distrutta. È il massimo dell’arbitrarietà e del mettersi a giocare a fare Dio: io lo creo e io lo distruggo. Mi sembra che questo elemento sia difficilmente sostenibile come incostituzionale, perché il concetto di uguaglianza di tutti di fronte alla legge indicherebbe che quando il soggetto ha iniziato la sua esistenza non possa essere ulteriormente danneggiato o distrutto.

D. - Il Tribunale di Firenze cerca di aprire anche alla sperimentazione sugli embrioni soprannumerari. Lei che cosa ne pensa?

R. - Preoccupa perché, evidentemente, non tiene conto del fatto che c’è stata già una sentenza della Corte europea di giustizia che ha affrontato questo argomento, ribadendo il concetto che gli embrioni, sul piano antropologico, rappresentano la persona e che, per esempio, non possono essere utilizzati per brevettare e quindi, indirettamente, non possono essere strumentalizzati per qualsiasi finalità, fosse anche quella della sperimentazione. Quindi, sembra un po’ anacronistico il fatto che qualcuno riprenda di nuovo e sostenga una sorta di incostituzionalità, laddove invece sarebbe incostituzionale negare la protezione al soggetto che io deliberatamente ho chiamato all’esistenza. Il concetto degli embrioni soprannumerari deriva poi da un’altra sentenza della Corte costituzionale, che aveva aperto alla possibilità di congelare gli embrioni, per ragioni legate alla salute della donna per non doverla sottoporre nuovamente alla somministrazione di ormoni. Si vuole andare oltre e utilizzare gli embrioni soprannumerari per la sperimentazione. Quindi, è una contraddizione, anche rispetto alla sentenza precedente che ne avrebbe permesso il congelamento, ma per finalità unicamente della salute della donna.







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