Nuove manifestazioni in Egitto, i militari tentano la mediazione
In Egitto scendono in campo le Forze armate per cercare di mediare la crisi tra oppositori
e sostenitori del presidente Morsi. Convocata per oggi una riunione per il “Dialogo
Nazionale” all’indomani delle contrapposte manifestazioni al Cairo che fortunatamente
non sono degenerate in scontri come si temeva. Giuseppe Acconcia:
Il ministro
della Difesa e comandante delle forze armate, Abdel Fatah el-Sisi, ha rivolto un appello
a rivoluzionari, ai vertici della moschea al Azhar, copti, giudici, giornalisti e
alla società civile egiziana per riavviare nella giornata di oggi il dialogo nazionale.
Mentre Mohammed Morsi ha chiarito che l’invito al confronto viene prima di tutto dalla
presidenza. Due manifestazioni di segno opposto si sono tenute ieri al Cairo. La prima
nel quartiere Medinat Nassr, è stata organizzata dai Fratelli musulmani per sostenere
il «sì» alla nuova costituzione in occasione del referendum del prossimo 15 dicembre.
La seconda si è tenuta intorno al palazzo presidenziale di Heliopolis. Hanno preso
parte all’assedio del palazzo di Ittahedeia, le opposizione, dai socialisti ai liberali,
dai copti ai movimenti giovanili, chiedendo la cancellazione o il boicottaggio del
voto. Ieri mattina, in piazza Tahrir, 10 persone sono rimaste ferite in un’aggressione
da parte di uomini non identificati.Infine, il 90 per cento dei giudici si è rifiutato
di supervisionare il voto. Secondo la televisione al-Arabiya, per questo motivo il
referendum potrebbe tenersi in due date: il 15 e il 22 dicembre. L’Egitto si prepara
al voto in un clima di estrema tensione.