2012-12-11 13:36:31

"La fine del mondo? I credenti la aspettano come piena realizzazione"


Mons. Giacomo Canobbio, docente di teologia sistematica, Facoltà teologica Italia settentrionale
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Ovviamente è un'illusione quella di poter fissare una data per la presunta fine del mondo e sarebbe interessante capire, come mai, se si parla di fine del mondo per il prossimo 21 dicembre, si dice anche che una certa piccola regione italiana sarà preservata. Ma che fine del mondo è quella che lascia intatto un lembo di terra? Parlando seriamente, noi credenti dobbiamo pensare alla fine del mondo come al compimento di tutta la realtà che Dio stesso vuole realizzare. E il compimento, proprio perché non è dato, non ci appartiene, lo aspettiamo nella fiducia che quello che Dio dispone per noi non sia distruzione, ma piena realizzazione del desideri di vita che tutti noi portiamo dentro.
Mi sembra che queste notizie, non solo non abbiano alcun fondamento, ma esprimano un desiderio inconscio degli uomini: quello di dominare, controllare il tempo. Forse perché ci accorgiamo che è l'unica cosa che sfugge al nostro potere. L'illusione di poter stabilire una data per la fine del mondo è già stata 'smagata' da Gesù stesso. Quando, negli Atti degli Apostoli, i discepoli gli chiedono se è questo il tempo in cui stabilirà il regno di Israele la sua risposta è chiara: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti perché questo è fissato dal Padre mio". E ancora nel Vangelo di Marco, a questo proposito, Gesù dice:"Quanto poi a quel giorno e a quell'ora nessuno lo conosce, neppure gli angeli di Dio, neppure il Figlio, ma solo il Padre". (Intervista a cura di Fabio Colagrande)







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