2012-12-11 15:26:36

Emergenza freddo. Mons. Feroci: Roma apra il suo cuore agli homeless


A Roma, come nel resto dell’Italia, è emergenza freddo per i senza fissa dimora. Per questo, da alcuni giorni, la Caritas romana, assieme alle parrocchie cittadine, ha varato un “piano freddo” per venire incontro alle difficoltà degli homeless. In particolare, è stato lanciato un appello per la donazione di coperte e sacchi a pelo ed è stato rafforzato l’impegno delle équipe notturne di volontari che presidiano le zone in cui i clochard rischiano di rimanere isolati. Su queste iniziative, Alessandro Gisotti ha intervistato il direttore della Caritas di Roma, mons. Enrico Feroci: RealAudioMP3

R. – Abbiamo voluto, già a fine novembre, inviare una comunicazione, una sollecitazione alle parrocchie, ai cristiani della città, perché avessero gli occhi aperti e attenti nei momenti difficili per tante persone che vivono in strada. Quando io dico la cifra – tra 6 e 7 mila persone dormono all’aperto o in rifugi improvvisati - si rimane sempre sconcertati perché sembrano cifre enormi. Invece è la realtà! Nella diocesi di Roma abbiamo 336 parrocchie: se ogni parrocchia aprisse i propri spazi per pochi posti – quattro-cinque – e provassimo a moltiplicare, già avremmo tanti posti in più per poter dare rifugio alle persone che si trovano in grosse difficoltà.

D. – Una delle iniziative fondamentali, in questo contesto, è quella delle équipe notturne di volontari che vanno a cercare queste persone …

R. – C’è un’équipe di persone che cercano di rendersi conto della situazione: se non ci si rende conto che il freddo è troppo intenso, le persone potrebbero trovarsi in grandissima difficoltà. Io vorrei che tutti i cristiani aprissero gli occhi, si rendessero conto: ci sono tante persone nella nostra città, tante persone che sono in difficoltà e tante persone che si adoperano in favore degli ultimi. Sono le due facce della medaglia: la povertà e la ricchezza del volontariato, della disponibilità delle persone. E credo che potrebbero esserci tante altre persone che potrebbero fare altrettanto.

D. – Ogni anno, quando finisce il freddo si contano purtroppo i morti tra i senza fissa dimora. In questo senso, qual è la sua speranza?

R. – Il mio augurio è che quest’anno proprio non ci siano vittime: per questo, ci siamo mossi per tempo, abbiamo suggerito, stiamo dicendo ovunque andiamo – in tutte le parrocchie – di aprire gli occhi e di aprire la porta. Bisogna vedere, guardare e fermarsi: aprire il cuore e l’attenzione verso l’altro.








All the contents on this site are copyrighted ©.