Incognita armi chimiche in Siria. Brahimi auspica soluzione politica della crisi
La drammatica possibilità che vengano usate armi chimiche e le ultime speranze di
una via diplomatica: queste le questioni più discusse in queste ore in relazione alla
crisi siriana. L'inviato speciale per la Siria di Onu e Lega Araba, Brahimi, dopo
i colloqui ieri a Ginevra con emissari di Stati Uniti e Russia sulla Siria, spera
ancora in una soluzione politica. Intanto oggi il Consiglio dei ministri degli Esteri
Ue, a Bruxelles, discuterà dei dossier più caldi in Medio Oriente e per parlare di
Siria ha invitato l'opposizione al regime di Damasco. Il servizio di Marina Calculli:
Della drammatica
situazione in Siria e della questione delle armi Linda Bordoni ha parlato con
il cardinale honduregno Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas
Internationalis:
R. – It’s
a pity that bloodshed is increasing in Syria and the International … E’ grave che
lo spargimento di sangue in Siria sia in continuo aumento, mentre la comunità internazionale
rimane così serena e lenta ad agire: è una vergogna! Non mi piace pensare di trovarmi
di fronte ad una nuova situazione come quella dei Balcani negli anni Novanta, quando
la pace è stata raggiunta a prezzo di enormi sofferenze da parte della gente! Ora
sta succedendo la stessa cosa in Siria. E’ urgente fermare soprattutto la vendita
di armi: questa è una delle ragioni per cui molti dei Paesi che, alle Nazioni Unite,
hanno opposto il veto sono così passive. E’ bello avere denaro in tempi di crisi economica,
ma è vergognoso che questo denaro venga dal sangue di altri popoli.
D. – C’è
poi la difficile situazione israelo-palestinese…
R. – Thank heaven they stopped
in sending …
Ringraziando Dio, hanno smesso di lanciare missili. Ma cosa accadrà
dopo le sanzioni che Israele ha imposto ai palestinesi a causa del riconoscimento
ottenuto dal popolo palestinese alle Nazioni Unite come Paese osservatore? E’ triste
vedere che il mondo non sia capace di vivere in pace, in particolare nel periodo in
cui ci avviciniamo al Natale … Intanto, molti Paesi hanno proprio cancellato il Natale:
hanno soltanto un periodo di vacanza, si fanno gli auguri di “buone feste”. “Buone
feste” senza Gesù non sono più “feste”, perché l’origine del Natale viene dalla nascita
di Cristo. E questo atteggiamento può portare soltanto all’indifferenza. Siamo capaci
di celebrare il Natale se lo accompagniamo con cibo e bevande: altrimenti, non è una
festa. E dove è rimasta, allora, la venuta di Nostro Signore? Dove è rimasta la presenza
di Cristo, unico orientamento morale per questo nostro mondo che è sprofondato nel
materialismo e che è alla ricerca del dio denaro?
D. – In questo contesto,
quale importanza ha la voce del Papa nella società di oggi?
R. – I’m convinced
that the only moral voice that remains is the voice of the Pope. …
Io sono
convinto che l’unica istanza morale che rimane è la voce del Papa. Ecco perché i suoi
messaggi sono importanti: perché bussano alla porta delle nostre coscienze, per farci
pensare in termini umani e non materialistici.