2012-12-10 15:14:00

Crisi di Governo. Bagnasco, "non sprechiamo i sacrifici di un anno"


RealAudioMP3 "Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno". Lo afferma il presidente della Cei, card. Bagnasco, esprimendo la sua preoccupazione per "la tenuta dell’Italia e la coesione sociale del Paese" dopo la crisi avviata dalle annunciate dimissioni del premier Monti causate dalla scelta di uno dei tre partiti di maggioranza di non sostenere più il Governo in Parlamento. "Sarebbe stato difficile interpretare meglio i sentimenti dei cittadini italiani" commenta Mimmo Delle Foglie, giornalista e presidente del Copercom (Coordinamento delle Associazioni per la comunicazione). "Il cardinale ha parlato a nome di tutti coloro che che hanno voluto partecipare a questa impresa di salvataggio dell'Italia dal baratro del dafault, per attuare le riforme necessarie per riavviare il Paese. Gente che ha fatto questa scelta anche a costo di un alto tasso di sofferenza sociale di cui il cardinale si fa interprete". "Bagnasco - continua Delle Foglie - sceglie la linea della serietà. Siamo stati governati da una persona seria. Un uomo che ha ridato al Paese un'immagine di serietà puntando sulla propria serietà, sulla sobrietà dei comportamenti e un linguaggio di verità. Il suo merito è stato, infatti, anche quello di smetterla con i populismi che aprono alla demagogia". "Ciò che è evidente in questo momento è una contrapposizione tra l'interesse del singolo e il bene comune" aggiunge l'economista Luigino Bruni, docente all’Università Lumsa di Roma e all'Istituto Universitario "Sophia" del Movimento dei Focolari. "La Chiesa cattolica - aggiunge - non può quindi che essere dura e precisa com'é stata". "Non mi stupisco della reazione negativa dei mercati - continua Bruni - che non sono sempre razionali ma questa volta lo sono. La garanzia di serietà e affidabilità nei tempi medio lunghi è di nuovo messa in discussione ed è ovvio che lo spread risalga. Mi auguro che questa mossa di Monti produca un grande movimento di centro che possa riportare l'Italia su binari moderati di bene comune che sono poi quelli che hanno fatto la nostra storia. Un movimento che produca alleanze con chi ha a cuore il bene comune e non gli interessi privati". (A cura di Fabio Colagrande)







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