Egitto: l'esercito invita le forze politiche al dialogo, no al caos
L’esercito egiziano, che presto - grazie a un decreto presidenziale - avrà gli stessi
poteri della polizia, fa sapere che non permetterà che l’Egitto sprofondi nel caos
e nella violenza. Intanto, dopo la grande protesta di ieri, prosegue il sit-in degli
oppositori del governo Morsi all’esterno del palazzo presidenziale al Cairo dove a
breve si svolgerà un incontro tra il presidente e i manifestanti. Il servizio di Roberta
Barbi:
Sarebbe già
stato approvato, ma non si sa bene quando entrerà in vigore, il nuovo decreto del
presidente egiziano Morsi che assegna all’esercito gli stessi poteri della polizia,
compreso quello di eseguire arresti, per far fronte alle proteste di piazza. Le forze
armate, con un comunicato letto in tv, invitano gli oppositori del governo al dialogo
come “via migliore per raggiungere l’unanimità di vedute” e affermano che “eserciteranno
sempre il loro ruolo per il mantenimento degli interessi superiori della patria e
la protezione delle sue strutture vitali” e non permetteranno “che il Paese precipiti
nel caos e nella violenza”. Questo però – aggiungono – non implica l’intenzione di
intervenire direttamente in politica come avvenuto alla caduta del regime di Mubarak.
Lo stesso appello alla riconciliazione arriva dalla guida spirituale dei Fratelli
musulmani, Mohamed Badie, che dichiara: “Difenderemo la Costituzione, qualsiasi sia
il sacrificio”. Da parte delle opposizioni torna a parlare el Baradei, uno dei leader
del Fronte di salvezza egiziano nazionale, che si appella direttamente al presidente,
affinché annulli la dichiarazione costituzionale e il referendum, “in modo da avere
un’intesa nazionale e scrivere insieme una nuova Costituzione”, che non recepisca
i principi della Sharìa come fonti di diritto.