Vigilia dell'Immacolata. Il mariologo padre Perrella: è la festa della misericordia
di Dio
Come può essere compresa la festa dell’Immacolata Concezione, in un contesto di progressiva
scristianizzazione come quello che caratterizza la nostra epoca? Alla vigilia di una
delle grandi solennità mariane dell’anno, Alessandro De Carolis ha rivolto
questa domanda a padre Salvatore Maria Perrella, rettore della Pontificia Facoltà
Teologia “Marianum”:
R. – L’Immacolata
cos’è se non il trionfo della bellezza, la bellezza che solo Dio sa dare e sa comunicare?
Una bellezza che non è meramente estetica, ma è la bellezza di redenzione. La Chiesa,
che è serva della redenzione, oggi, in un contesto così scristianizzato e scristianizzante,
ha il dovere di evangelizzare la bellezza e Maria Immacolata è l’icona della bellezza
redenta. Poi, c’è un secondo aspetto. Noi viviamo in una civiltà che fa fatica a perdonare.
L’Immacolata che cosa ci dice? Che Dio, mediante questo dono di perdono a Maria –
che è un dono anticipato, fin dal seno materno, perdono di una colpa non commessa
ma trasmessa, comune a tutti – ci fa capire la preziosità del perdono. Se noi riusciamo
a dare questo messaggio alla gente, cioè che l’Immacolata è l’icona del perdono e
quindi è un invito a perdonarci gli uni gli altri, come Dio ci ha perdonato e ci perdona,
questa è una seconda conquista del recupero della fede, che è poi nel programma dell’Anno
della Fede. E c’è una terza ed ultima considerazione. In una società, civiltà e cultura
così curva nel presente, l’Immacolata ci ricorda non solo l’uomo degli inizi ma che
tutto ciò che inizia in Dio deve terminare in Dio e termina in Dio.
D. – Come
si colloca l’Immacolata nel contesto dell’Anno della Fede?
R. – Che cos’è l’Anno
della Fede? Benedetto XVI ha grande intelligenza ma soprattutto ha una strategia:
recuperare i dispersi dal nichilismo, dal relativismo, dal qualunquismo e porli al
centro del cuore di Dio. In questa strategia di recupero, l’umanità, che non è negativa
– l’umanità è sempre figlia del Figlio di Dio e desidera risorgere – può risorgere
appunto prendendo Maria come esempio dello stare presso il Signore con fede, carità
e speranza. Io credo che se viviamo l’Anno della Fede con lo stile di Maria, sappiamo
che Cristo è l’unico necessario.
D. – Alla luce di ciò che ha detto, cosa vuol
dire per un cristiano essere “immacolato”?
R. – Questo non significa non avere
il peso di ciò che è la nostra finitudine, di ciò che è la nostra fragilità umana.
Questa pesantezza che ci viene dalla nostra esperienza, dalla nostra superficialità,
dalla nostra superbia, è una grande sfida: stare con il Signore non solo è bello ma
è arduo, impegnativo e alla fine porta soddisfazione non solo a Dio, ma alla persona
credente.