2012-12-07 16:33:52

Ultimo giorno della Convention sulla povertà in Europa: si lavora a un'agenda di interventi


I ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali dei Paesi dell'Unione Europea hanno animato questa mattina la sessione conclusiva della Convention sulla Piattaforma Europea contro la Povertà e l'Esclusione Sociale. Tutti uniti nel dire che è necessario passare dalle parole ai fatti, agendo sul fronte della spesa sociale come investimento reale per un'Europa con meno poveri e più equità. Da Bruxelles, ci riferisce Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Giovani, anziani e donne. Sono queste le tre categorie che soffrono maggiormente la crisi ed è a loro che bisogna dare maggiore attenzione. Sono tutti d’accordo i ministri per le politiche sociali europei, che questa mattina hanno tracciato una vera e propria agenda di interventi per ridurre la povertà e per rendere l’Europa più equa. Agenda che vede dei punti in comune, come la difesa del diritto alla casa, del diritto al lavoro e la necessità di promuovere politiche sociali più reali ed attinenti ai problemi che affliggono l’Europa. Bisogna, insomma, ascoltare chi davvero vive sulle proprie spalle la crisi e cercare di aprire tavoli di confronto che possano attuare un dialogo franco tra cittadini e istituzioni. Nulla di centralizzato, però, perché la crisi ha prodotto risultati differenti nelle diverse aree del Vecchio continente. Capitolo a parte, poi, riguarda il diritto alla salute e la tutela dell’infanzia: anelli deboli del modello sociale, ma punti di svolta in grado di far ripartire un processo produttivo che riduca le ineguaglianze, accentuatesi negli ultimi anni. Come dire: investire nel sociale conviene, è un vero investimento. Se si vive bene, in salute, con un lavoro e con una famiglia solida, il modello sociale europeo diventa inattaccabile. E dall’investimento sociale, dunque, che l’Europa vuole ripartire, per guardare il proprio futuro con un po’ più di ottimismo.

Un forte appello contro la povertà si è levato in questi tre giorni di lavori della Convention sulla Piattaforma Europea contro la Povertà e l’Esclusione Sociale. In tanti hanno denunciato il rischio che le richieste dei più poveri restino inascoltate. Molto criticata è stata pure la politica di austerity, imposta dai governi per risanare i conti pubblici. Austerità che ha prodotto, inevitabilmente, un taglio alle politiche sociali, con importanti ricadute sulle fasce più deboli della popolazione. La posizione più netta contro il rigore e l’austerity è stata certamente quella portata a Bruxelles dal ministro del Lavoro e delle Assicurazioni sociali della Repubblica di Cipro, la signora Sotiroula Charalambous. Il nostro inviato a Bruxelles, Salvatore Sabatino l’ha intervistata:

R. – Well, we are five years now almost in the crisis…
Ormai, sono cinque anni che viviamo una situazione di crisi e una delle vie che la maggioranza dei Paesi ha scelto di intraprendere per superarla, in particolare negli ultimi due-tre anni, è il tentativo di raggiungere un consolidamento fiscale. Ovviamente, è importante, ma se il consolidamento fiscale porta con sé misure di austerità troppo dure, quale sarà il risultato? Vediamo cosa accade in quasi tutti i Paesi: è un effetto contrario e negativo. C’è un aumento di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà e un aumento della disoccupazione. Qual è stato il nostro messaggio? Serve equilibrio e questo è un messaggio che la Repubblica di Cipro ha cercato di far passare, perché rispecchia il modo in cui noi stiamo cercando di lottare contro la crisi. Serve equilibrio, nel senso che siamo d’accordo sul fatto che una sana finanza pubblica è importante, che è importante non avere debiti, ma dall’altro canto è necessario lasciare spazio al budget affinché si possa operare nella direzione dello sviluppo, verso investimenti che rafforzino lo sviluppo e allo stesso tempo il budget deve poter operare nel campo della protezione sociale.

D. – Perché qui a Bruxelles è così difficile comprendere questo?

R. – It is very difficult I think because we don’t have famine...
Credo sia così difficile perché non c’è la fame, perché non c’è una comprensione comune di quali siano le priorità. Secondo la nostra opinione, in realtà, tutto va fatto prima: non possiamo aspettare che il deficit si abbassi per iniziare a parlare di tutela sociale. Io credo si debbano stabilire delle priorità e di conseguenza un quadro politico in considerazione di queste priorità. Purtroppo, in questa fase, il quadro politico non è in grado di trovare un equilibrio.

D. – Pensa che il sistema sociale europeo sia morto o vivo? E’ importante, in questa situazione…

R. – I wouldn’t say that it is dead and I wouldn’t say that it is alive…
Non direi che è morto, ma nemmeno che sia vivo come lo era. E’ ovvio che le misure di austerità hanno danneggiato il modello sociale europeo e quindi bisogna ripensarlo e conservarlo. Questo non significa che non si debbano prendere misure per modernizzare il sistema e per individuare un modo più mirato di spendere i soldi, soprattutto perché vadano a coloro che più ne hanno bisogno. Io credo che quello che conta è che dobbiamo riconoscere alcuni principi fondamentali da poter mettere in campo per il nostro sistema di tutela sociale, e uno dei principi fondamentali – che deve essere un principio comune – è questo: quando parliamo di tutela sociale, questa non riguarda soltanto i più bisognosi. Parliamo del concetto di tutela sociale per tutti. Ovviamente, i più bisognosi riceveranno una tutela maggiore. Ma la sicurezza sociale, in particolare per quanto riguarda il sistema pensionistico, dev’essere per tutti.

D. – Sta finendo il semestre di presidenza dell’Unione Europea da parte della Repubblica di Cipro. Qual è stata la sua esperienza, dopo aver lavorato tanto tempo a Bruxelles?

R. – I think we are living in a very difficult period, now, in Europe…
Credo che in questo momento stiamo vivendo un periodo molto difficile in Europa e credo che ci troviamo ad un punto di svolta. Questo significa che, da un lat,o ci sono molte innovazioni e grandi sforzi che riguardano l’architettura dell’unione monetaria, mentre dall’altro lato certamente abbiamo bisogno di un’unione monetaria forte, di una scrupolosa supervisione da parte delle banche, e via dicendo. Ora, si è aperta una discussione che si concentra soprattutto sulla crescita e sull’impegno. Partendo dalla mia esperienza, penso che ora sia necessario collegare questa discussione con le riflessioni sul modo di costruire un’unione monetaria forte che contenga anche forti elementi sociali. Quindi, la mia esperienza mi dice che dobbiamo aprire questo confronto: questi due aspetti devono essere discussi e decisi insieme.

A margine dell'incontro, il nostro inviato a Bruxelles, Salvatore Sabatino ha intervistato Marisol Touraine, ministro francese per le Politiche sociali e la salute, che traccia l’agenda degli interventi sociali di Parigi per i prossimi anni:

R. - Nous avons, en France, un niveau de protection sociale élevé…
In Francia, abbiamo un livello di protezione sociale molto elevato: continuiamo, però, a constare che, con la crisi, la povertà aumenta e i rischi stessi di povertà aumentano. Dobbiamo allora mantenere politiche sociali che abbiano un livello sempre molto elevato - e questa è la volontà del governo francese - concentrando però, allo stesso tempo, i nostri sforzi in direzione proprio di quella parte della popolazione che sappiamo essere più fragile: le donne sole, le famiglie con bambini, ma anche per esempio le popolazioni migranti alle quali dedichiamo una parte importante delle nostre politiche sociali specifiche. Quindi, dobbiamo mantenere un livello alto di investimenti sociali, mettendo però in atto sempre più politiche mirate.

D. - Voi state organizzando un grande evento, la settimana prossima, che prenderà in esame proprio le politiche sociali...

R. - Oui, parce que en France nous pensons que la lutte contre la pauvreté…
Sì. In Francia, riteniamo che la lotta alla povertà debba essere una priorità. Stiamo organizzando quindi una grande conferenza dedicata proprio alla lotta contro la povertà e per l’inclusione sociale, insieme a tutte le associazioni che si impegnano in questo campo e insieme alle persone che si trovano a vivere in condizioni di povertà. Si tratta di una conferenza che porterà a misure accurate, precise da attuare nei prossimi cinque anni. Misure riguardanti gli alloggi, l’accesso alla salute e all’accesso dei diritti che già esistono. Sappiamo che quando si è poveri non sempre si riesce ad arrivare laddove si vorrebbe, non sempre si riesce ad avere accesso a tutti i diritti che esistono… Noi vogliamo attuare una politica pubblica forte e precisa per la lotta contro la povertà.







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