Ultimo giorno della Convention sulla povertà in Europa: si lavora a un'agenda di interventi
I ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali dei Paesi dell'Unione Europea hanno
animato questa mattina la sessione conclusiva della Convention sulla Piattaforma Europea
contro la Povertà e l'Esclusione Sociale. Tutti uniti nel dire che è necessario passare
dalle parole ai fatti, agendo sul fronte della spesa sociale come investimento reale
per un'Europa con meno poveri e più equità. Da Bruxelles, ci riferisce Salvatore
Sabatino:
Giovani, anziani
e donne. Sono queste le tre categorie che soffrono maggiormente la crisi ed è a loro
che bisogna dare maggiore attenzione. Sono tutti d’accordo i ministri per le politiche
sociali europei, che questa mattina hanno tracciato una vera e propria agenda di interventi
per ridurre la povertà e per rendere l’Europa più equa. Agenda che vede dei punti
in comune, come la difesa del diritto alla casa, del diritto al lavoro e la necessità
di promuovere politiche sociali più reali ed attinenti ai problemi che affliggono
l’Europa. Bisogna, insomma, ascoltare chi davvero vive sulle proprie spalle la crisi
e cercare di aprire tavoli di confronto che possano attuare un dialogo franco tra
cittadini e istituzioni. Nulla di centralizzato, però, perché la crisi ha prodotto
risultati differenti nelle diverse aree del Vecchio continente. Capitolo a parte,
poi, riguarda il diritto alla salute e la tutela dell’infanzia: anelli deboli del
modello sociale, ma punti di svolta in grado di far ripartire un processo produttivo
che riduca le ineguaglianze, accentuatesi negli ultimi anni. Come dire: investire
nel sociale conviene, è un vero investimento. Se si vive bene, in salute, con un lavoro
e con una famiglia solida, il modello sociale europeo diventa inattaccabile. E dall’investimento
sociale, dunque, che l’Europa vuole ripartire, per guardare il proprio futuro con
un po’ più di ottimismo.
Un forte appello contro la povertà si è levato in
questi tre giorni di lavori della Convention sulla Piattaforma Europea contro la Povertà
e l’Esclusione Sociale. In tanti hanno denunciato il rischio che le richieste dei
più poveri restino inascoltate. Molto criticata è stata pure la politica di austerity,
imposta dai governi per risanare i conti pubblici. Austerità che ha prodotto, inevitabilmente,
un taglio alle politiche sociali, con importanti ricadute sulle fasce più deboli della
popolazione. La posizione più netta contro il rigore e l’austerity è stata certamente
quella portata a Bruxelles dal ministro del Lavoro e delle Assicurazioni sociali della
Repubblica di Cipro, la signora Sotiroula Charalambous. Il nostro inviato a
Bruxelles, Salvatore Sabatino l’ha intervistata:
R. – Well, we are five
years now almost in the crisis… Ormai, sono cinque anni che viviamo una situazione
di crisi e una delle vie che la maggioranza dei Paesi ha scelto di intraprendere per
superarla, in particolare negli ultimi due-tre anni, è il tentativo di raggiungere
un consolidamento fiscale. Ovviamente, è importante, ma se il consolidamento fiscale
porta con sé misure di austerità troppo dure, quale sarà il risultato? Vediamo cosa
accade in quasi tutti i Paesi: è un effetto contrario e negativo. C’è un aumento di
persone che vivono al di sotto della soglia di povertà e un aumento della disoccupazione.
Qual è stato il nostro messaggio? Serve equilibrio e questo è un messaggio che la
Repubblica di Cipro ha cercato di far passare, perché rispecchia il modo in cui noi
stiamo cercando di lottare contro la crisi. Serve equilibrio, nel senso che siamo
d’accordo sul fatto che una sana finanza pubblica è importante, che è importante non
avere debiti, ma dall’altro canto è necessario lasciare spazio al budget affinché
si possa operare nella direzione dello sviluppo, verso investimenti che rafforzino
lo sviluppo e allo stesso tempo il budget deve poter operare nel campo della protezione
sociale.
D. – Perché qui a Bruxelles è così difficile comprendere questo?
R.
– It is very difficult I think because we don’t have famine... Credo sia così difficile
perché non c’è la fame, perché non c’è una comprensione comune di quali siano le priorità.
Secondo la nostra opinione, in realtà, tutto va fatto prima: non possiamo aspettare
che il deficit si abbassi per iniziare a parlare di tutela sociale. Io credo si debbano
stabilire delle priorità e di conseguenza un quadro politico in considerazione di
queste priorità. Purtroppo, in questa fase, il quadro politico non è in grado di trovare
un equilibrio.
D. – Pensa che il sistema sociale europeo sia morto o vivo?
E’ importante, in questa situazione…
R. – I wouldn’t say that it is dead and
I wouldn’t say that it is alive… Non direi che è morto, ma nemmeno che sia vivo
come lo era. E’ ovvio che le misure di austerità hanno danneggiato il modello sociale
europeo e quindi bisogna ripensarlo e conservarlo. Questo non significa che non si
debbano prendere misure per modernizzare il sistema e per individuare un modo più
mirato di spendere i soldi, soprattutto perché vadano a coloro che più ne hanno bisogno.
Io credo che quello che conta è che dobbiamo riconoscere alcuni principi fondamentali
da poter mettere in campo per il nostro sistema di tutela sociale, e uno dei principi
fondamentali – che deve essere un principio comune – è questo: quando parliamo di
tutela sociale, questa non riguarda soltanto i più bisognosi. Parliamo del concetto
di tutela sociale per tutti. Ovviamente, i più bisognosi riceveranno una tutela maggiore.
Ma la sicurezza sociale, in particolare per quanto riguarda il sistema pensionistico,
dev’essere per tutti.
D. – Sta finendo il semestre di presidenza dell’Unione
Europea da parte della Repubblica di Cipro. Qual è stata la sua esperienza, dopo aver
lavorato tanto tempo a Bruxelles?
R. – I think we are living in a very difficult
period, now, in Europe… Credo che in questo momento stiamo vivendo un periodo molto
difficile in Europa e credo che ci troviamo ad un punto di svolta. Questo significa
che, da un lat,o ci sono molte innovazioni e grandi sforzi che riguardano l’architettura
dell’unione monetaria, mentre dall’altro lato certamente abbiamo bisogno di un’unione
monetaria forte, di una scrupolosa supervisione da parte delle banche, e via dicendo.
Ora, si è aperta una discussione che si concentra soprattutto sulla crescita e sull’impegno.
Partendo dalla mia esperienza, penso che ora sia necessario collegare questa discussione
con le riflessioni sul modo di costruire un’unione monetaria forte che contenga anche
forti elementi sociali. Quindi, la mia esperienza mi dice che dobbiamo aprire questo
confronto: questi due aspetti devono essere discussi e decisi insieme.
A margine
dell'incontro, il nostro inviato a Bruxelles, Salvatore Sabatino ha intervistato
Marisol Touraine, ministro francese per le Politiche sociali e la salute, che
traccia l’agenda degli interventi sociali di Parigi per i prossimi anni:
R.
- Nous avons, en France, un niveau de protection sociale élevé… In Francia, abbiamo
un livello di protezione sociale molto elevato: continuiamo, però, a constare che,
con la crisi, la povertà aumenta e i rischi stessi di povertà aumentano. Dobbiamo
allora mantenere politiche sociali che abbiano un livello sempre molto elevato - e
questa è la volontà del governo francese - concentrando però, allo stesso tempo, i
nostri sforzi in direzione proprio di quella parte della popolazione che sappiamo
essere più fragile: le donne sole, le famiglie con bambini, ma anche per esempio le
popolazioni migranti alle quali dedichiamo una parte importante delle nostre politiche
sociali specifiche. Quindi, dobbiamo mantenere un livello alto di investimenti sociali,
mettendo però in atto sempre più politiche mirate.
D. - Voi state organizzando
un grande evento, la settimana prossima, che prenderà in esame proprio le politiche
sociali...
R. - Oui, parce que en France nous pensons que la lutte contre la
pauvreté… Sì. In Francia, riteniamo che la lotta alla povertà debba essere una
priorità. Stiamo organizzando quindi una grande conferenza dedicata proprio alla lotta
contro la povertà e per l’inclusione sociale, insieme a tutte le associazioni che
si impegnano in questo campo e insieme alle persone che si trovano a vivere in condizioni
di povertà. Si tratta di una conferenza che porterà a misure accurate, precise da
attuare nei prossimi cinque anni. Misure riguardanti gli alloggi, l’accesso alla salute
e all’accesso dei diritti che già esistono. Sappiamo che quando si è poveri non sempre
si riesce ad arrivare laddove si vorrebbe, non sempre si riesce ad avere accesso a
tutti i diritti che esistono… Noi vogliamo attuare una politica pubblica forte e precisa
per la lotta contro la povertà.