Insegnanti cattolici riuniti a Tivoli: "Dialogare per educare"
Il dialogo come elemento fondamentale per l’educazione e l’istruzione. Se ne discute
a Tivoli dove è riunita in convegno l’Uciim (Unione Cattolica Italiana Insegnanti
Medi). Il presidente dell’associazione, Giovanni Villarossa, spiega al microfono
di Alessandro Filippelli quanto la comunicazione tra docenti e alunni costituisca
un nodo fondamentale nella formazione dei cittadini del domani:
R. – Vogliamo
evidenziare la necessità di favorire un dialogo idoneo a sostenere la componente testimoniale
nel rapporto educativo e a stabilire alleanze con la famiglia, con la Chiesa, con
le altre agenzie educative, così come indicano i vescovi negli orientamenti pastorali:
educare alla vita buona del Vangelo. Abbiamo individuato il dialogo con la famiglia,
dialogo con la Chiesa, dialogo con le istituzioni e il territorio, dialogo nella scuola
e l’Ucim in dialogo. Tutti questi sono gruppi che si riuniranno, quindi costituiranno
commissioni congressuali, per approfondire la tematica generale “dialogare per educare”.
D.
– Quanto è importante il dialogo per l’educazione e l’istruzione dei cittadini del
domani?
R. – Certamente la sostanza dialogica è essenziale, è la componente
indispensabile sia del comportamento docente sia della stessa realtà scolastica e
del suo assetto istituzionale. Abbiamo scelto la tematica del dialogo per ricordare
e sottolineare che dialogare in ogni campo non è soltanto parlare ma anche ascoltare
e osservare e che una parte della comunicazione è di tipo non verbale. In particolar
modo, essendo noi un’associazione professionale di docenti e dirigenti, sottolineiamo
che questi professionisti vivono all’interno di un dialogo di profondo significato.
La scuola deve promuovere al suo interno forme efficaci e valide di dialogo con le
proprie componenti che non sono costituite solo dai docenti e dagli alunni ma anche
dai genitori degli alunni e dal personale amministrativo, tecnico, ausiliare.
D.
– La crisi economica ha determinato una drastica riduzione delle risorse per il mondo
della scuola. Puntare lo sguardo alla sola dimensione economica porta a volte a trascurare
quel patrimonio di valori che si vuole condividere con le nuove generazioni…
R.
– Come associazione pensiamo che dobbiamo continuare a batterci per soluzioni che
favoriscono lo sviluppo delle risorse di ciascuno attraverso il potenziamento dei
grandi valori della libertà e della giustizia in chiave di solidarietà e cooperazione.
Quindi, la nostra azione educativa deve creare le condizioni affinché l’acquisizione
di nuove conoscenze sostenga il cammino attraverso una società nuova, che a sua volta
deve essere aiutata e illuminata nell’avvalersi delle proprie scoperte, delle proprie
risorse economiche, delle proprie risorse tecnologiche, per non lasciarsi catturare
all’interno di un sistema di negazione di valori umanistici che invece noi riteniamo
debbano essere ulteriormente vissuti e affermati.
D. – Lei come giudica le
polemiche sull’Imu e le scuole paritarie?
R. – Questo è un problema molto complesso
attualmente ed è di difficile trasformazione. Noi siamo impegnati anche nei rapporti
con il governo, attraverso i rapporti con il Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università
e della Ricerca), dove abbiamo offerto continuamente collaborazione per le innovazioni,
attraverso mirati interventi verbali, scritti, che abbiamo riportato e diffuso anche
attraverso i nostri organi di comunicazione. Noi riteniamo che sia opportuno continuare
a dare a tutti i cittadini la possibilità di fare scelte tra scuola di Stato e scuola
non di Stato e quindi fare in modo che ci siano queste opportunità per tutti.