2012-12-07 17:02:22

Il ministro Cancellieri visita Scampia: più militari e più coesione sociale


Più militari e protezione a Scampia, ma anche più collaborazione con gli enti locali per fronteggiare la lotta in corso tra i clan messi in difficoltà dal buon lavoro della polizia. E' quanto promesso dal ministro dell' interno, Annamaria Cancellieri, in visita questa mattina alla scuola materna E. Montale del rione Scampia di Napoli dove due giorni fa e' stato ucciso Luigi Lucenti,da sicari della camorra. Accolta dai vertici della polizia il ministro ha incontrato le insegnanti ed ha raccolto, a nome di tutta le gente del quartiere, le richieste del dirigente scolastico Vincenzo Montesano. Gabriella Ceraso lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Il ministro è venuto anzitutto come nonna, si è messa a giocare: è stata una cosa molto apprezzata sia dalle insegnanti che da tutti quanti noi. I bambini l’hanno salutata, dicendole “ciao”, perché certo non sanno chi è un ministro. Hanno visto questa signora che voleva giocare con loro e che, a loro, è piaciuta molto. Noi le abbiamo illustrato una serie di problemi che assillano tutte le scuole: sicuramente c’è la necessità di sicurezza e quindi il poter vigilare ai cancelli di ingresso, ma - a onor del vero - la prima richiesta è stata quella di aumentare il tempo scuola, di consentire ai bambini e ai genitori di poter sentire propria una istituzione come la scuola, di poter utilizzare i campi interni alle scuole, le palestre, i teatri. Un territorio come quello di Scampia è una landa desolata, non c’è niente, non abbiamo neanche il tempo pieno: che cosa volete che facciano i bambini, dopo la scuola, nel pomeriggio? Non ci sono punti di aggregazione. Ultimamente hanno aperto qualche palestra, stanno cominciando a far qualcosa, ma vi posso assicurare che il lavoro è duro, perché sono quasi 90 mila abitanti.

D. - Molti dei giovani che vengono catturati dalla camorra sono ragazzini. La scuola potrebbe essere uno schermo per questo?

R. - Io credo che la scuola possa dare, a questi giovani, una visione diversa della vita. Questi giovani devono essere messi in condizione, quantomeno, di poter scegliere. Oggi questa possibilità non ce l’hanno! Perché? Perché il momento è difficile, perché lasciano la scuola troppo presto, perché la scuola non è un posto accogliente, anche a livello strutturale. Non bastano solo gli atti di volontariato da parte di dirigenti, docenti e personale per attirarli.

D. - Avete parlato ai bambini di quanto è accaduto e come avete li avete aiutati a viverlo?

R. - Le maestre sono state molto brave a non far vedere niente ai bambini. I bambini sono molto piccoli e quindi hanno realizzato poco, fortunatamente. Quindi ad oggi con i bambini non abbiamo ancora parlato, perché non ce ne era bisogno. Martedì prossimo ho convocato un collegio dei docenti straordinario per vedere se bisogna intervenire e come bisogna farlo.

D. - La stampa parla di scuole semideserte a Scampia per la paura, ma anche di una mobilitazione cui state pensando come scuole. Me lo può confermare?

R. - Questo è certo. Abbiamo già messo su carta, insieme a tutti gli altri dirigenti, l’intenzione di vederci martedì, nel tardo pomeriggio, attorno alle 18.00, per far convocare un Consiglio municipale, al quale intendiamo intervenire tutti noi dirigenti per dare la nostra testimonianze e per portare delle proposte concrete. Dopodiché verranno accese le luci di tutte le scuole, perché noi possiamo rispondere soltanto in questo modo ad una provocazione del genere: a chi dice “chiudete la scuola”, noi rispondiamo esattamente con la provocazione opposta, dicendo che noi la scuola la apriamo anche di notte … E questo tanto per capirci! Subito dopo pensiamo di fare una iniziativa importante, che potrebbe essere una dodici ore consecutiva di scuola e non tanto di scuola, quanto di attività: tenga presente che siamo in una zona dove sono nati tanti artisti, cantanti, musicisti, cabarettisti e li inviteremo a darci una mano e a venire nelle nostre scuole a fare animazione insieme a noi.Vorremmo stare dalle 8.00 del mattino alle 8.00 di sera tutti quanti insieme. Certo non sarà possibile farlo tutti i giorni, ma una tantum per dare un segno, si può fare!

D. - Lei crede che sia possibile cambiare lentamente le cose, partendo proprio da voi?

R. - Anzitutto io ci credo, ma - se anche non ci credessi - questa è l’unica opportunità che abbiamo! E’ l’unica arma che abbiamo. Contro chi usa le armi molto meglio di noi abbiamo un’unica arma, quella della cultura, dello stare insieme e del difendere quel poco che abbiamo! Se ci arrendiamo anche su questo, la partita allora non si gioca più!







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