Il card. Rodríguez Maradiaga: comunità internazionale attiva in Siria solo per vendere
armi
In Medio Oriente, col Natale alle porte, la situazione resta sempre difficile. I rapporti
israelo-palestinesi continuano ad essere tesi. In Siria, invece, la guerra è ormai
arrivata nel cuore del Paese: violenti scontri sono in corso a Damasco, mentre si
continua a temere l’utilizzo di armi chimiche da parte dell’esercito di Assad. Ieri
a Dublino non sono uscite grandi decisioni nell’incontro tra i capi delle diplomazie
di Stati Uniti e Russia, Hillary Clinton e Serghei Lavrov, e l'inviato di Onu e Lega
Araba Lakdar Brahimi. La situazione della popolazione è drammatica. Linda Bordoni
ne ha parlato con il cardinale honduregno Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga,
presidente di Caritas Internationalis:
R. – It’s a
pity that bloodshed is increasing in Syria and the International … E’ grave che
lo spargimento di sangue in Siria sia in continuo aumento, mentre la comunità internazionale
rimane così serena e lenta ad agire: è una vergogna! Non mi piace pensare di trovarmi
di fronte ad una nuova situazione come quella dei Balcani negli anni Novanta, quando
la pace è stata raggiunta a prezzo di enormi sofferenze da parte della gente! Ora
sta succedendo la stessa cosa in Siria. E’ urgente fermare soprattutto la vendita
di armi: questa è una delle ragioni per cui molti dei Paesi che, alle Nazioni Unite,
hanno opposto il veto sono così passive. E’ bello avere denaro in tempi di crisi economica,
ma è vergognoso che questo denaro venga dal sangue di altri popoli.
D. – C’è
poi la difficile situazione israelo-palestinese…
R. – Thank heaven they stopped
in sending … Ringraziando Dio, hanno smesso di lanciare missili. Ma cosa accadrà
dopo le sanzioni che Israele ha imposto ai palestinesi a causa del riconoscimento
ottenuto dal popolo palestinese alle Nazioni Unite come Paese osservatore? E’ triste
vedere che il mondo non sia capace di vivere in pace, in particolare nel periodo in
cui ci avviciniamo al Natale … Intanto, molti Paesi hanno proprio cancellato il Natale:
hanno soltanto un periodo di vacanza, si fanno gli auguri di “buone feste”. “Buone
feste” senza Gesù non sono più “feste”, perché l’origine del Natale viene dalla nascita
di Cristo. E questo atteggiamento può portare soltanto all’indifferenza. Siamo capaci
di celebrare il Natale se lo accompagniamo con cibo e bevande: altrimenti, non è una
festa. E dove è rimasta, allora, la venuta di Nostro Signore? Dove è rimasta la presenza
di Cristo, unico orientamento morale per questo nostro mondo che è sprofondato nel
materialismo e che è alla ricerca del dio denaro?
D. – In questo contesto,
quale importanza ha la voce del Papa nella società di oggi?
R. – I’m convinced
that the only moral voice that remains is the voice of the Pope. … Io sono convinto
che l’unica istanza morale che rimane è la voce del Papa. Ecco perché i suoi messaggi
sono importanti: perché bussano alla porta delle nostre coscienze, per farci pensare
in termini umani e non materialistici.