L'Europa a confronto sulla povertà: oltre 110 milioni di persone in difficoltà
Un grido d’allarme sulla povertà dilagante in Europa giunge dalla convention sulla
Piattaforma contro la povertà e l’esclusione sociale, che ha aperto i battenti ieri
a Bruxelles. Un messaggio importante per le istituzioni europee in cerca di soluzioni
adeguate per uscire dalla crisi. Sentiamo il nostro inviato a Bruxelles, Salvatore
Sabatino:
Oltre 110 milioni
di cittadini europei si trovano in difficoltà; 42 milioni di persone non hanno denaro
per pagare l’affitto, né il cibo, né ogni altra necessità materiale. E’ il quadro
drammatico emerso, qui a Bruxelles, nella prima giornata di lavori della convention
sulla Piattaforma contro la povertà e l’esclusione sociale. Numeri da far tremare
i polsi, anche alle Istituzioni europee, che si chiedono quale sia la via d’uscita
da una crisi che ha messo in ginocchio il sistema sociale europeo; quello che fino
al 2008 – anno d’inizio della crisi – era considerato in tutto il mondo un modello
da imitare. Ed il presidente della Commissione Ue, Barroso è chiaro nel dire che questo
è il momento di agire, mettendo insieme, in sinergia, il livello centrale – quello
di Bruxelles – e quello periferico – dei singoli Paesi. Da parte sua il presidente
del Consiglio Europeo, Van Rompuy, calca la mano sul concetto di solidarietà. “Devono
essere i Paesi con le spalle grosse - afferma – a dare una mano a quelli deboli” .
Messaggio fortemente sociale, che rafforza la denuncia portata sul palco dal ministro
del lavoro cipriota, la signora Charalambous, che dice basta con l’austerity, perché
“produce ulteriore povertà e strangola i cittadini”.
Crisi economica e misure
inefficaci. Questo sinora il quadro che in Europa, che va di pari passo all’aumento
della povertà della popolazione. Ce ne parla Walter Nanni, della Caritas Italiana,
intervistato a Bruxelles da Salvatore Sabatino:
"Le misure
anticrisi non sono servite a molto, anzi: hanno peggiorato la situazione. Per cui
noi abbiamo, in questo momento, un drastico aumento di persone che chiedono aiuto
alla Caritas e un aumento, quindi, anche delle risposte che dobbiamo dare. Sono soprattutto
adulti che hanno perso improvvisamente il lavoro, ragazzi con contratti di lavoro
temporaneo, immigrati - anche - che dopo quattro-cinque anni, tornano alla Caritas
a chiedere aiuto; nonni o genitori costretti a vendere la nuda proprietà dell'abitazione
o addirittura fenomeni come l'aumento dei suicidi tra gli imprenditori ...".