2012-12-06 15:06:04

Appello della Fao ai Paesi più poveri: sostenete gli agricoltori per vincere la fame


Investire nell’agricoltura per un avvenire migliore, titola il rapporto della Fao 2012 sullo stato mondiale dell’alimentazione e dell’agricoltura, presentato oggi a Roma. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Gli agricoltori dei Paesi a basso e medio reddito investono 170 miliardi l’anno nelle loro aziende, 150 dollari ciascuno. Quattro volte di più rispetto ai contributi pubblici che ricevono, e 50 volte di più rispetto agli aiuti ufficiali allo sviluppo di questi Paesi. Un dato incredibile, scritto nero su bianco nel Rapporto della Fao. Negli ultimi 20 anni – si legge - i Paesi con maggiori investimenti in agricoltura hanno registrato maggiori progressi nel dimezzare la fame, mentre le regioni in cui la povertà estrema è più diffusa nell’Asia meridionale e nell’Africa Sub-Sahariana hanno visto ristagnare o calare tali investimenti. Non è certo una novità il richiamo della Fao “ad investire in agricoltura per un avvenire migliore, per ridurre la fame e la povertà e salvaguardare l’ambiente”. Che cosa dovrebbe allora finalmente convincere i governi? Jacob Skoet, economista della Fao:

R. – Sì, non è una novità, ma c’è un riconoscimento crescente da parte di tanti Paesi. La novità di questo Rapporto è la molta enfasi che viene data all’importanza degli investimenti pubblici degli aiuti allo sviluppo. Quello che noi facciamo presente è che in fondo quelli che investono di più nell’agricoltura sono gli agricoltori stessi. Sono proprio queste centinaia di milioni di piccoli agricoltori sparsi nei Paesi in via di sviluppo ad essere i principali investitori nell’agricoltura. Loro investono in macchinari, utensili, ecc. per migliorare il rendimento delle loro terre. Bisogna metterli in condizioni di potere investire meglio anche nelle loro attività produttive. I governi devono creare le condizioni che permettano loro di fare questo.

D. – Quindi il richiamo è rivolto agli stessi Paesi in via di sviluppo così come anche, secondo le loro possibilità, ai Paesi sviluppati?

R. – Anzitutto ai Paesi in via di sviluppo ma certamente anche ai Paesi donatori per facilitare questo processo. Però la sfida è soprattutto quella di mettere in atto le politiche in questi Paesi che creino le condizioni piuttosto che un richiamo solamente a fondi addizionali, che sono senz’altro importanti ma ci vuole molto di più.

D - In questo momento c’è ottimismo in casa Fao?

R. – Penso di sì dobbiamo per forza essere ottimisti. I problemi esistono e permangono in tante parti del mondo però vediamo che i progressi sono possibili. Tanti Paesi hanno fatto progressi importanti riguardo al problema della fame e questi Paesi sono quelli che hanno investito maggiormente nel settore agricolo. Questo è un fattore di ottimismo importante anche se riconosciamo che i problemi rimangono ancora vasti e ci vuole uno sforzo imponente per sradicare la fame nel mondo.







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