Pellegrinaggio di Taizé a Roma. Il cardinale Vallini: ridare fiducia ai giovani
Saranno oltre 40.000 i giovani, provenienti da tutta Europa, che hanno aderito al
35.mo “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra” promosso dalla Comunità ecumenica di
Taizé a Roma dal prossimo 28 dicembre al 2 gennaio. L’evento, organizzato in collaborazione
con il Vicariato di Roma, è stato presentato martedì scorso nel Vicariato. Sul significato
di questa iniziativa, ascoltiamo il cardinale vicario Agostino Vallini, al
microfono di Silvia Giovanrosa:
R. - A me
pare che questa iniziativa di Taizé, accolta, incoraggiata e sostenuta dalla Diocesi
di Roma e dallo stesso Santo Padre, sia davvero un’iniziativa di grande importanza.
Viviamo un momento storico dove un po’ tutti sono preoccupati e perplessi dell’avvenire,
e il fatto che i giovani siano loro stessi i protagonisti di questo messaggio di fiducia
è altamente significativo; quindi il messaggio è nell’evento stesso e ci auguriamo
che possa davvero produrre frutto, perché il grave rischio è quello che i giovani
perdano la fiducia. Lo sentiamo ripetere un po’ tutti i giorni: “Non c’è fiducia,
non abbiamo futuro…”. È vero, anche noi adulti, anche noi pastori, siamo molto preoccupati
di questo. Io personalmente non perdo mai occasione di poter parlare di questo argomento
anche con i responsabili delle istituzioni, perché l’attenzione ai giovani abbia veramente
un privilegio sulle altre questioni visto il momento estremamente delicato.
D.
- Questo sarà un pellegrinaggio a due dimensioni: avremo i giovani in pellegrinaggio
e avremo l’accoglienza delle famiglie…
R. – Intanto, il fatto che una famiglia
accolga significa che già è aperta alla fiducia; se non si ha fiducia la porta resta
chiusa. Secondo, l’esperienza ci dice - questo lo abbiamo già vissuto anche durante
la Giornata mondiale della gioventù - che le famiglie che accolgono mostrano certamente
fiducia e disponibilità verso i giovani, ma alla fine sono arricchite dalla presenza
dei giovani. E questa osmosi arricchisce e migliora la vita di tutti. Quindi è assolutamente
da incoraggiare.
Sul pellegrinaggio a Roma, sentiamo anche frère David
della Comunità di Taizé, sempre al microfono di Silvia Giovanrosa:
R. - I giovani
vengono in pellegrinaggio per pregare qui a Roma insieme ai giovani di tutta Europa
e ai cristiani di Roma per scoprire la Chiesa di Roma, una Chiesa che ha una storia
di duemila anni e che è unica come testimonianza per questi ragazzi che cercano di
essere cristiani impegnati nella società di oggi. Non è facile per molti; non hanno
un futuro chiaro, non sanno come costruirlo, ma vogliono vivere aperti agli altri,
non sono chiusi in se stessi con i propri problemi, ma vogliono vivere in un mondo
più fraterno, più giusto, dove la pace diventa una ricerca comune. E la fede cristiana,
la fede in Cristo, non è qualcosa che si vive solo la domenica quando si va in chiesa,
ma è piuttosto una spinta, un’ispirazione per vivere impegnati nella società. I giovani
trovano l’ispirazione nell’incontro con gli altri, nel pellegrinaggio qui a Roma,
per poi continuare il loro cammino di fede nel proprio Paese.
D. - Cosa cercano
i giovani che vengono a fare questo pellegrinaggio?
R. - Penso che arrivano
qui con molte domande. C’è una grande diversità di giovani, ma quello che è comune
a tutti è il bisogno di spazi per fermarsi e pregare; si sentono molto appoggiati
da tutti questi ragazzi che vengono qui in numero impressionante per pregare e dare
un sostegno molto forte. E poi farlo qui a Roma, nelle sue grandi basiliche… Sarà
proprio un pellegrinaggio tra le basiliche: ogni volta pregano in una basilica diversa,
e penso che questo li apra molto ad una dimensione universale della Chiesa, nello
spazio e nel tempo, nella famiglia umana, e tra le diverse generazioni.
D.
- Con i giovani di Taizé camminano i giovani di tutto il mondo che sono alla ricerca
di qualcosa…
R. - Certo, cercano la fiducia in Dio e tra i popoli, tra le persone.
Questi giovani che vengono qui, non sono giovani che appartengono ad un movimento,
ad un gruppo specifico; appartengono a molti movimenti, a molti gruppi di parrocchie
e diocesi e quello che li unisce tutti è il desiderio di camminare insieme e di fare
un’esperienza di comunione. Non c’è un movimento di Taizé, non ci sono gruppi di Taizé;
c’è una comunità di fratelli che accoglie questi giovani e cerca di aiutarli a vivere
l’incontro con Cristo affinché possano aprirsi agli altri.
Per l’accoglienza
degli oltre 40 mila giovani a Roma, ascoltiamo frère Marek:
R. - Siamo
sempre in contatto con le parrocchie che hanno già risposto positivamente e vogliono
accogliere i giovani, soprattutto siamo in contatto anche con quelle che sono un po’
incerte. Allora, sarebbe così bello che tante parrocchie accolgano cento persone o
cinquanta persone, in quanto è più facile che accoglierne duecento. Inoltre abbiamo
già trovato la disponibilità di tante famiglie che vogliono accogliere i giovani.
Le iscrizioni sono molte: più di 30 mila ragazzi vogliono venire qui; allora sarebbe
così bello che tutti possano essere accolti nelle famiglie, nelle case dei cittadini
di Roma.
D. - Un piccolo riferimento a cui rivolgersi…
R. - Se qualcuno
desiderasse dare una mano in questo senso, può rivolgersi alla parrocchia più vicina
- a Roma ce ne sono tante - o al nostro centro di preparazione che si trova in Via
Don Orione, 8. I riferimenti si possono trovare anche sul sito internet all’indirizzo:
www.taize.it.