Le conclusioni dell'incontro in Croazia dei vescovi europei di rito orientale
Come valorizzare il contributo delle Chiese cattoliche di rito orientale in Europa,
nel dialogo ecumenico ma soprattutto a fianco dei sempre più numerosi immigrati, provenienti
dal sud-est europeo e fedeli delle Chiese cattoliche orientali. Il tutto nella consapevolezza
che “permane una certa ignoranza nella stessa Chiesa cattolica” circa le loro tradizioni
liturgiche, teologiche e culturali. Di questo hanno parlato i circa 60 partecipanti
tra vescovi ed esperti che hanno partecipato, dal 22 al 25 novembre, all’incontro
annuale dei vescovi cattolici orientali in Europa. L’incontro si è svolto quest’anno
a Zagabria-Krizevci (Croazia), su invito del vescovo di Krizevci, mons. Nikola Kekić,
e sotto il patrocinio del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee). Si
è scelta la Croazia come luogo dell’incontro - si legge in un comunicato diffuso oggi
dal Ccee e ripreso dall'agenzia Sir - perché quest’anno si celebrano i 400 anni della
rinnovata unione della Chiesa greco-cattolica croata con la Sede apostolica di Roma
sancita e conosciuta come unione di Marča. In un messaggio indirizzato ai partecipanti,
il card. Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa
(Ccee), ha espresso il desiderio che le tradizioni delle Chiese cattoliche di rito
orientale “siano più conosciute e amate dai fedeli e dal clero di tutto il mondo”.
Nel corso dei lavori i vescovi hanno parlato del ruolo che le Chiese orientali possono
svolgere “nel dialogo ecumenico, in particolare con le Chiese ortodosse”; di come
“si esplicita oggi in Europa la sollecitudine pastorale dei vescovi di rito latino
che accolgono nelle loro diocesi comunità sempre più crescenti di fedeli di rito orientale”.
“Il contributo specifico alla nuova evangelizzazione delle Chiese orientali - si legge
nel comunicato diffuso dal Ccee - passa anzitutto attraverso la fedeltà” ad un modello
di evangelizzazione “caratterizzato da un annuncio del Vangelo improntato e nutrito
da una forte spiritualità”. “Ad esso si aggiunge la testimonianza, il martirio, di
tanti vescovi, sacerdoti e fedeli laici, che appare oggi come un dono di fronte alla
crisi antropologica che rende spesso l’uomo moderno incapace di giustificare se stesso
e l’orientamento della propria esistenza”. Sabato 24 novembre, i partecipanti hanno
incontrato in udienza privata il presidente della Repubblica di Croazia, Ivo Josipović.
L’incontro del 2013 si svolgerà in Slovacchia, a Kosice, che l’anno prossimo sarà
capitale europea della cultura, dal 17 al 20 ottobre, in occasione dei 1150 anni della
missione dei santi Cirillo e Metodio nel Paese e su invito di mons. Milan Chautur,
vescovo di Kosice. (R.P.)