Emergenza amianto. Balduzzi: pronto un piano nazionale
A 20 anni dall’approvazione della legge che ne vieta l’utilizzo e la lavorazione,
l’amianto rappresenta ancora nel nostro Paese un’emergenza sanitaria. Dal 1992 ad
oggi smaltito solo l’1% delle 32 milioni di tonnellate presenti in Italia. Allarme
amianto anche all’Ilva di Taranto dopo la tromba d’aria che ha colpito lo stabilimento
mercoledì scorso. Nei giorni scorsi il ministro della salute, Renato Balduzzi, ha
annunciato un piano nazionale amianto da avviare prima della metà di dicembre. Alessandro
Filippelli ha intervistato Pietro Comba, Dipartimento Ambiente dell’Istituto
Superiore di Sanità.
D. – Di amianto
si muore ancora, eppure sono passati vent’anni dall’approvazione della legge che ne
vieta la lavorazione e l’utilizzo. Perché?
R. – Noi abbiamo tre sorgenti di
amianto principali intorno a noi. Una è ancora nei luoghi di lavoro come isolante;
basti pensare ai grandi poli chimici che hanno reti di tubature in cemento amianto.
Il secondo è l’edilizia. Moltissime abitazioni costruite soprattutto negli anni ’60-’70
contengono molti materiali contenenti amianto e chiunque faccia una manutenzione può
imbattersi in questi materiali. La terza è l’area dei siti industriali dismessi.
D.
– Quanto è importante il piano nazionale amianto annunciato dal ministro della salute
Balduzzi?
R. – Il piano ideato dal ministro è un piano eccellente che contempla
in primo luogo un potenziamento degli effetti attinenti l’assistenza per le persone
con patologie correlate. Inoltre, ha un respiro europeo perché il problema amianto,
come ce lo ha l’Italia, così ce lo hanno tutti i grandi Paesi europei. Poi, il terzo
punto è lo sviluppo della ricerca su quelle questioni in cui ancora ci sono necessità
di acquisire ulteriori dati per importare le iniziative di prevenzione in modo più
efficace.