2012-12-04 15:06:51

Save the Children, Atlante infanzia: a rischio il futuro, invertire la tendenza


Rimettere al centro l’infanzia, ponendoci di fronte ai rischi che comporta, per il futuro, la negazione dei diritti di bambini e adolescenti. E’ quanto propone Save the Children nella terza edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, intitolato ”Mappe per riconnettersi al futuro”. Ne emerge un quadro preoccupante fatto di fragilità, povertà, non scolarizzazione, che interpella in primo luogo le istituzioni chiedendo impegni coraggiosi di lungo periodo. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Quattro capitoli, un centianio di pagine e 77 mappe, con un unico filo conduttore, la parola “futuro”. Si parte dal futuro che i bambini immaginano, leggono, a volte contribuiscono a scrivere, ma che comunque a loro interessa. E' il futuro descritto nella letteratura di fantascienza, che deve far riflettere. Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia:

“Quando noi eravamo giovani, la fantascienza parlava di utopia, di mondi futuri, ma tutti possibili da vivere. La fantascienza dei ragazzi di oggi parla invece di mondi distrutti, dove il bambino ricomincia da solo. Quindi, loro già oggi non vedono futuro”.

Sfogliando l'Atlante, si passa alle mappe: dalla vita quotidiana degli ultimi 15 anni, ai cosiddetti “codici maligni” che erodono l’indice di futuro, a partire dai neonati che oggi nascono con un’ipoteca di 3 milioni e mezzo di debito pro capite, il più alto d’Europa. Sono destinati a essere sempre meno - 15 su 100 nel 2030 - e con sempre minor peso politico: il 4%. Ma il dato più agghiacciante, spiega Save the Children, è quello che riguarda 720 mila bambini in povertà assoluta. A gravare è il contesto economico, ma anche una povertà culturale: dispersi e fermi alla terza media 18 su 100, con punte di 25 in Sicilia e Sardegna. Cinque su 100 sono i bambini a cultura zero. Giulio Cederna, curatore dell’Atlante:

“C’è una crisi di visione di futuro, che riguarda tutto il Paese, che è fondamentale invertire. E’ fondamentale capire che ci sono tante cose che si possono fare. E’ possibile rimettere al centro l’infanzia e rimettendo al centro l’infanzia è possibile far ripartire la scuola, sostenere le famiglie con gli asili nido. E' fondamentale fare rete, avviare progetti partecipati, dare la cittadinanza alle seconde generazioni. Ci sembra un passaggio fondamentale”.

La povertà per i ragazzi è però anche civile e ambientale, se pensiamo che un milione e mezzo di minori vive in territori da bonificare e 700 mila in Comuni sciolti per mafia, pervasiva nei loro confronti. E allora? La parola passa alle istituzioni, le proposte ci sono. Save the Children invita innanzitutto a considerare l’infanzia come capitolo di investimento e non di spesa. Poi, si rivolge alla nuova classe dirigente. Valerio Neri, presidente di Save the Children Italia:

“E' un grido d’allarme che rivolgiamo alla prossima legislatura, perché questa, a parte due o tre buone iniziative, ha fatto veramente poco. Ci auguriamo, però, che la nuova possa fare meglio. In fondo, gli forniamo una 'road map'. Se la forza dei ragazzi si stanca, l’Italia si ferma”.







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